La Nuova Sardegna

Olbia

Omicidio volontario

Diede fuoco al vicino di casa: al via il processo in appello

Gli avvocati Abele e Cristina Cherchi in Corte d'Assise a Sassari
Gli avvocati Abele e Cristina Cherchi in Corte d'Assise a Sassari

Davide Iannelli era stato condannato all’ergastolo per la morte di Tony Cozzolino

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Olbia Si aprirà il 17 ottobre il processo in Corte d’assise d’appello nei confronti di Davide Iannelli. Il 5 novembre del 2024 la Corte d’assise di Sassari lo aveva condannato all’ergastolo per omicidio volontario: è accusato di aver cosparso di benzina e dato fuoco al suo vicino di casa, Tony Cozzolino, morto nove giorni dopo in ospedale per le gravissime ustioni riportate. Nella condanna erano state escluse due aggravanti: la premeditazione e l’aver adoperato sevizie, mentre era rimasta in piedi l’aggravante dell’atto commesso con crudeltà. I suoi difensori, gli avvocati Cristina e Abele Cherchi, hanno presentato appello contro la sentenza di condanna e ora la Corte d’assise d’appello ha fissato l’inizio del processo di secondo grado. L’udienza in camera di consiglio prevista per oggi 15 settembre è stata rinviata al 17 ottobre. La Corte ha infatti deciso che il processo si svolga in udienza pubblica.

La mattina dell’11 marzo 2022 Davide Iannelli aveva gettato della benzina contenuta in una bottiglietta in plastica addosso al suo vicino di casa, dandogli poi fuoco, mentre si trovavano all’esterno delle palazzine di via Petta, nel quartiere San Nicola. Cozzolino era stato soccorso dall’autista dell’autobus, fermo al capolinea proprio in via Petta: con un estintore aveva spento le fiamme che avvolgevano il suo corpo dalla vita in su. Era morto nove giorni dopo all’ospedale civile Santissima Annunziata di Sassari. «Non si può minimamente dubitare del fatto che Davide Iannelli abbia cosparso Tony Cozzolino di liquido infiammabile e, immediatamente dopo, gli abbia dato fuoco utilizzando un accendino collocandolo proprio sul volto di Cozzolino», e che «le ustioni così estese e così profonde, con interessamento delle vie respiratorie, siano state l’unica causa del suo decesso», aveva scritto la Corte, presieduta da Massimo Zaniboni, nelle motivazioni della sentenza. Quaranta pagine in cui spiegava le ragioni della condanna. Determinanti, secondo la Corte d’assise, i due video «dal contenuto inequivocabile» estrapolati dalle telecamere collocate nello stabile di via Petta che avevano ripreso da due angolazioni diverse, il fatto. La condanna all’ergastolo era stata sollecitata dal procuratore di Tempio Gregorio Capasso e dalla pm Claudia Manconi. Ora la vicenda sarà trattata nel giudizio di secondo grado. Iannelli è detenuto nel carcere di Bancali. (t.s.)

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