Fuggì in Ucraina con la figlia: dopo due anni torna in Sardegna e fa pace con il marito davanti al giudice
Olbia, la donna deve però affrontare un processo penale per sottrazione di minore
Olbia Ultimo atto in tribunale, ieri mattina 5 novembre, a Tempio, per la rocambolesca fuga a Kiev di una giovane ucraina insieme alla figlia di 5 anni. Una storia a lieto fine dopo un’odissea lunga due anni che ha visto mobilitate le forze di polizia e le diplomazie di mezza Europa. In pratica, un vero e proprio intrigo internazionale. Mamma e figlia oggi sono tornate a casa, tra Olbia e Tempio, hanno riabbracciato il marito e padre – un imprenditore gallurese – ed è stato ricomposto il nucleo familiare finito in mille pezzi. Ci sono però due cosucce da sistemare in tribunale.
Una causa civile di separazione che proprio ieri in udienza è stata avviata verso l’estinzione per la riconciliazione tra le parti. E poi un processo penale per sottrazione di minore: l’altro ieri l’udienza è stata rinviata e gli avvocati – Salvatore Deiana che assiste il marito, Maria Francesca Lorusso che assiste la donna e Monica Cazzari nominata dal tribunale per assistere la figlia minore – stanno proponendo per la donna un affidamento in prova ai servizi sociali».
La vicenda era emersa pubblicamente nel mese di settembre di due anni fa quando la ragazza ucraina, allora 35enne, aveva abbandonato il tetto coniugale portando via anche la figlia di 5 anni. Dopo essere stata ricercata in tutti paesi dell’Unione europea, aveva raggiunto il suo paese, violando tutte le disposizioni di legge imposte dall’allora presidente del tribunale di Tempio, Giuseppe Magliulo: dalla sospensione della potestà genitoriale della madre con affidamento in esclusiva al padre all’ordine di riportare immediatamente la bambina al padre in Gallura. In realtà, già alla fine del 2022 la donna si era allontanata dalla Sardegna senza il consenso del padre.
Poi, a metà settembre del 2023, la nuova fuga dopo che le era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Procura di Tempio per sottrazione di minore. Violando il divieto di espatrio, la donna era riuscita prima ad arrivare a Milano e poi a raggiungere Kiev.
Inutile ogni tentativo di fermare la fuga della donna che, come risulta anche dai suoi atti difensivi, aveva persino sostenuto di far parte del corpo diplomatico accreditato dal ministero degli Esteri. Non solo, sempre lei aveva anche sostenuto di poter disporre di un lasciapassare della Santa Sede, creando imbarazzo nel Vaticano. Il caso della rocambolesca fuga a Kiev era approdato anche in Parlamento.
Il deputato della Lega Dario Giagoni attraverso una interrogazione aveva rivolto un appello al Governo affinché si adoperasse per riportare a casa la piccola al più presto. Nell'interrogazione, indirizzata al ministro degli Affari esteri e al ministro della Giustizia, Giagoni evidenziava che "i rapporti che caratterizzano le relazioni tra Italia e Ucraina e, in questo ambito, anche la circostanza iniziata con la procedura di ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea. «Occorre una reciprocità effettiva e concreta – diceva il deputato sardo –. Ora si tratta di capire quanto il ministero degli Esteri ucraino possa incisivamente adoperarsi». Evidentemente qualcosa di buono è successo. (m.b.)
