La Nuova Sardegna

Per la peste suina serve un patto Regione-agricoltori

Felice Corda
Per la peste suina serve un patto Regione-agricoltori

La giunta regionale non vuole percorrere la strada degli abbattimenti della precedente amministrazione ma deve pur trovare una soluzione

07 novembre 2019
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Nei giorni scorni, il deputato Alberto Sanna ha posto all'attenzione dell'opinione pubblica, l'inesistenza nel documento programmatico della Giunta Solinas della "pianificazione delle attività di abbattimento dei suini a pascolo brado" per l'eradicazione della peste suina africana, sulla scia del lavoro svolto, sotto il governo Pigliaru, dall'Unità di progetto. Dopo aver abbattuto dal 2015 ad aprile 2019, 3982 animali infetti, pareva che a giugno scorso 2019 vi fosse, su dichiarazione ufficiale dell'ex Presidente, del Ministero della salute e dalla stessa Commissione europea per la sicurezza alimentare, la possibilità di acquisire, per i suinicoltori sardi, i "nulla osta" per l'esportazione delle carni suine in Italia e in Europa. Dopo circa sei mesi, per le aziende suinicole sarde non è arrivato "nulla" persistendo, se pur ridotti al minimo, casi di focolai di peste suina africana (5 nel 2018) nel quadrilatero Orgosolo, Desulo, Villagrande, Urzulei.

Pochissimi casi, che inficiano i produttori sardi per essere "liberi" nel commercio e nell'esportazione delle loro carni e dei loro animali, oltre il mercato interno dell'isola. Se è vero che gli abbattimenti dei maiali destano, in alcune comunità, rabbia e sconforto, soprattutto fra i pastori che per tradizione e fabbisogno hanno praticato tale attività a pascolo brado nelle terre civiche, in "su cumunale", è anche vero che sono rimasti vittime di questa "peste" avendola dovuta subire per 40 anni, per la mancanza di politiche adeguate per il loro controllo e il debellamento. Bisogna dare atto al coraggio della giunta Pigliaru che, di fronte a tanta impopolarità fra i pastori nell'azione di forza condotta dall'Unità di progetto, sia riuscita a raggiungere tale incredibile risultato, pur mancando di centrare in pieno l'obiettivo, dovendo ancora percorrere l'ultimo "miglio", (circa 1000 maiali a pascolo brado), per dire che la PSA è stata definitivamente debellata.

È evidente che l'attuale giunta, non volendo percorrere il sentiero tracciato dalla precedente amministrazione, qualche soluzione alternativa dovrà pur trovarla per non limitarsi ad auspicare o sollecitare Ministero e/o la Commissione europea a certificare che la Peste suina africana è stata sconfitta. Oltre all'imprescindibile abbattimento praticato dall'Unità di progetto, è necessaria un'ultima breve tregua, per consentire un'onorevole resa finale da parte dei pastori proprietari dei suini illegali, per giungere a un accordo finale impegnativo per ambo le parti. Si potrebbe, per esempio, invitarli a consegnare all'Unita di Progetto tutti i suini allevati, considerati oggi "fuorilegge", ricompensandoli equamente, secondo un valore medio per ciascun maiale di circa 100/150 euro a capo. Una possibile soluzione che potrebbe essere adottata, con speciale legge regionale, in deroga alle sanzioni previste in materia (Decreto A.I.S n. 9 del 16.05.07, art. 11) per tutti i pastori dell'isola che si trovassero nelle stesse condizioni. Alcuni pastori, come in passato, con furbizia atavica potrebbero tentare di violare il patto sottoscritto con la Regione, mantenendo sospesa in aria la soluzione definitiva della lotta alla peste suina, nell'errata convinzione di trarne lucrosi vantaggi economici. In tal caso, sarà messa a dura prova la capacità dell'Unità di progetto e delle amministrazioni locali di vigilare e controllare senza pietà gli eventuali "furbi" che, ancora oggi, con la disinformazione e irrazionale prepotenza tentano di far fallire stupidamente una giusta battaglia in favore di tutta l'economia sarda.

Altre soluzioni non ce ne sono, fatta salva la possibilità di continuare a intervenire militarmente sul territorio come si è operato in passato. Evidentemente, tale soluzione di divieto, non potrà che essere straordinaria e provvisoria poiché appena la peste suina sarà sconfitta definitivamente, com'è avvenuto in Spagna, sarà nuovamente concessa la possibilità di riprendere il pascolo brado e semi-brado suinicolo, pur con i dovuti controlli sanitari ma in condizioni di bio-sicurezza, a chi, senza terra di proprietà, vorrà praticarlo in quelle comunali. *già Commissario straord. Comune di Orgosolo

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