Stato-Regione: accordo ok, ma i soldi spendiamoli bene
Attenzione a pensare che abbiamo vinto la lotteria che cambierà la sorte della Sardegna
Portare a casa un accordo da 2,1 miliardi è un grandissimo risultato. Sono tante risorse. Ma, attenzione a pensare che abbiamo vinto la lotteria che cambierà la nostra sorte! Non è così, perché di lotterie generose ne abbiamo vinte altre nel tempo, sia nazionali che europee.
Primo, perché la nostra Isola fa parte di uno Stato che redistribuisce le risorse dalle regioni più abbienti a quelle che lo sono meno; e poi perché il nostro Stato fa parte di una Unione, quella europea, che anch’essa opera un imponente redistribuzione a favore delle aree svantaggiate. Uno sguardo al portale https://cohesiondata.ec.europa.eu/countries/IT della UE ci dice che, da programma quadro 2014-2020, alla Sardegna, tra cofinanziamento nazionale e finaziamento UE, sono stati assegnati oltre 1,2 miliardi sul programma Rural development.
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E ancora 930 milioni nell’ambito dello European regional development Fund e oltre 440 milioni in seno allo European Social Fund (ESF). Oltre 2 miliardi e mezzo in 7 anni, e questa è solo l’ultima delle varie lotterie europee che abbiamo vinto in passato. E vinceremo ancora, perché il nuovo programma quadro, 2021-2027, che ci vede di nuovo obiettivo I, è alle porte.
Lotterie nazionali, una per tutte: il residuo fiscale, che è pari alla differenza tra spesa pubblica primaria e entrate per regione. Per noi, prendendo ad esempio il periodo 2014-16, fonte Banca d’Italia, l’importo è -4435 euro pro-capite; il che vuol dire che, in media, la pubblica amministrazione spende in Sardegna 4435 euro in più a persona di quelle che preleva attraverso l’imposizione fiscale.
Tutto ciò per dire che la meritoria azione politica della giunta Solinas, che corona una strategia politica bipartisan iniziata già con le giunte precedenti, ci porta sì ingenti risorse, ma che vanno ad aggiungersi alle già ingenti risorse di cui abbiamo avuto e avremo l’opportunità di godere. Perciò, oltre a interrogarci su cos’altro chiedere in nome dell’insularità (per carità, domandare è lecito), forse è tempo di interrogarci sulla nostra capacità di usare e bene i denari che riceviamo.
Un tema certamente non solo sardo, ma anche sardo. Il deficit da cui partiamo, sia come qualità che come tempestività della spesa, è grave, in Sardegna come in Italia. Ciò che ci deve far pensare che la causa dei nostri mali non sempre va sempre cercata nell’insularità, talvolta un alibi. Come si migliora? La tempestività della spesa pubblica la si garantisce con leggi efficienti, cioè facilmente applicabili e incentivanti.
Oggi è molto più facile subire un processo per aver messo una firma piuttosto che per non averla messa. Ciò promuove l’immobilismo e questo non è certamente il modo in cui si combatte il malcostume. È come proibire la vendita di idrocarburi per eliminare i pirati della strada. Quanto alla qualità della spesa; beh dipende dalla qualità dei cervelli che siedono nelle poltrone che contano. Già detto; ma il tema è così rilevante che a ripetersi non si sbaglia.
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C’è un problema di fuga di cervelli, vero, ma c’è anche un grosso problema di utilizzo dei cervelli. Cioè, a parole ci stracciamo le vesti per i cervelli che vanno via (dovremmo anche pensare a quelli che non arrivano), ma poi nei fatti, occupare posti di responsabilità, nel pubblico, spesso dipende ben poco, troppo poco, dai neuroni. Probabilmente, a causa di una deriva tutta italiana per cui avalliamo l’idea che per occuparsi dell’organizzazione e del funzionamento dello Stato e più in generale della cosa pubblica, la politica debba ingerire direttamente nella scelta dei cervelli anziché limitarsi a concepire e rispettare regole meritocratiche che, come Costituzione vorrebbe, guidino tali scelte.
Per cui, infine, brindiamo per aver vinto un’altra importante lotteria, ma senza ubriacarci. Perché dopo questa vittoria abbiamo ancora meno scuse. Cerchiamo di usare la montagna di risorse che abbiamo, tempestivamente e bene! Questa è la vera scommessa per i politici e gli amministratori sardi!