La Nuova Sardegna

Sì all'insularità in Costituzione, coinvolgiamo l'Ue

Gavino Carta
La sede del Parlamento europeo
La sede del Parlamento europeo

Occorre agire su tre direttrici: Europa, Italia, Sardegna perché il riconoscimento delle pari opportunità non resti un'utopia

13 novembre 2019
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Avviarci alla fine dell'anno con un serio dibattito, approfondito e non di parte, su quello che impedisce alla Sardegna di volare alto e cambiare in meglio, è un sicuro merito dell'editoriale del direttore Antonio Di Rosa su "Classi dirigenti e sviluppo". Mi piacerebbe che i primi risultati potessero vedersi nell'impegno concreto di tutti - istituzioni, partiti , imprenditori, sindacati - fin dal 2020 nella stessa direzione, per il bene dell'isola e della sua gente. Il tema insularità sembra che, al momento, registri il massimo della coesione. Allora lavoriamo su quello, perché sia accolto in sede europea, nazionale e codificato anche in Sardegna. Nella massima unità: con un nuovo patto con lo Stato.

Occore agire su queste tre direttrici - Europa, Italia, Sardegna - perché il riconoscimento alle pari opportunità tra regioni diventi una responsabilità certamente dello Stato, attraverso l'inserimento nella Costituzione, ma anche dell'UE, per i vincoli comuni che essa pone sui temi dello sviluppo e del lavoro, del sostegno alle imprese, della mobilità delle persone e delle merci, e per una forte integrazione normativa dalla quale non si può prescindere.Consegnato il problema insularità a Roma e Bruxelles noi, come sardi e isolani, dobbiamo fare la nostra parte assumendo comportamenti e scelte politiche e istituzionali, anche sociali, utili a garantire l'efficienza e l'efficacia delle istituzioni stesse in fatto di programmazione dello sviluppo, di capacità di spesa, di attuazione degli obiettivi.

L'esperienza dei Piani di Rinascita dice che è indispensabile considerare anche la valenza dei nostri comportamenti e delle nostre scelte. È un problema, questo, che deve trovare riscontro anche nei nostri assetti istituzionali e dunque in una profonda rivisitazione del modello di Regione, che incide pesantemente sulla programmazione e l'attuazione degli atti connessi allo sviluppo e al lavoro. L'insularità va trattata, dunque, non solo come condizione di disagio, da cui ne conseguono interventi finalizzati al recupero di gap e ritardi, ma pure sul versante di un solido aggancio costituzionale per quel che riguarda appunto l'insularità e gli statuti speciali nell'UE e come proposta di statuto positivo. Le tre direttrici individuate per affrontare oggi la questione dell'insularità, non possono prescindere da un'attenta valutazione sul presente e futuro della politica regionale in Europa con riferimento alle aree svantaggiate, alle specialità, alla cooperazione transfrontaliera, e alla futura dotazione di fondi.

L'iniziativa deve dunque coinvolgere la Regione Sardegna, il Governo italiano, la Rappresentanza delle Isole europee, la Commissione e i parlamentari europei, le parti sociali della Sardegna e le stesse centrali confederali nazionali. Ma per non restare nel generico e nelle enunciazioni di principio è opportuno ribadire alcuni obiettivi utili ad azioni integrate a favore delle regioni insulari dell'Unione Europea.

In particolare: 1) elaborare un libro verde che delinei i contorni di un vero e proprio Piano di sviluppo dello spazio insulare comunitario, individuando già a livello delle diverse politiche UE (trasporti e telecomunicazioni, energia e ambiente, ricerca e innovazione...) meccanismi di intervento congiunto dei vari programmi. 2) consolidare successivamente tale nuovo approccio all'insularità in un libro bianco contenente un piano d'azione che preveda un calendario definito di interventi e meccanismi di monitoraggio dei risultati, con il pieno concorso degli attori economici e sociali insulari e a livello euro-peo. 3) attuare un'azione pilota di analisi comparativa e valutazione dei problemi e delle esigenze derivanti dalla condizione di insularità nell'Unione, ai fini di una strategia comunitaria di integrazione delle diverse politiche europee interessate, razionalizzare, potenziare e trasformare in azioni permanenti delle reti di informazione, formazione e valorizzazione delle PMI innovative, assicurando adeguata considerazione, in base al criterio dell'insularità, a progetti ed iniziative con componente insulare nei programmi e strumenti finanziari comunitari.Segretario generale Cisl Sardegna

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