La Nuova Sardegna

Dialogare tra idee diverse: alla Sardegna serve un progetto ri-costituente

Mario Bruno
Mario Bruno

Sull'editoriale del direttore Di Rosa interviene Mario Bruno già capogruppo in consiglio regionale Pd e sindaco di Alghero

10 aprile 2020
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Sull'editoriale del direttore Di Rosa interviene anche l'ex consigliere regionale democratico Mario Bruno.

Lo dicono tutti: niente più come prima. La pandemia ha messo in crisi il nostro equilibrio consolidato, i comportamenti sociali ed economici, il rapporto col tempo e con lo spazio, tutte le relazioni umane. Molti vedono, però, l'opportunità di "venirne fuori" migliori, più attenti alla costruzione di rapporti autentici, reali, veri, concreti. Più sociali e meno social. E in politica, tutto come prima? E nella nostra Sardegna, così fiera, ma anche così vera, audace e creativa, tutto come prima?

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Ho apprezzato molto il tentativo di dialogo e di proposta di Raffaele Paci. Cosi come ho condiviso lo stimolo del direttore Antonio Di Rosa che chiede all'Isola di essere in linea con la sua storia e la sua vocazione di terra accogliente, paradossalmente fuori da quella idea di isolamento sociale nella quale spesso siamo stati storicamente e geograficamente relegati, per essere esempio di grande e nuova vitalità e modello per gli altri. Ma qui serve una azione "ri-costituente", e mi viene in mente proprio lo spirito dei padri costituenti: chi più di loro era portatore di idee e progettualità collettive diverse, chi più di loro ha rinunciato alla propria specificità, donata per un progetto più grande? Ma per donare, per perdere perfino le proprie specificità, un progetto bisogna averlo. Dove trovano palestra le nostre idee? Dove si fondono in un livello più alto, senza confondersi? Dove sono i partiti? Dove trovano sintesi politica le attese dei cittadini?

Qui non si tratta di abdicare al ruolo di maggioranza e opposizione. Le responsabilità della Giunta regionale, nello specifico, rimangono. Eccome. La diversità dei ruoli assegnati non può lasciar spazio a infingimenti, né può venir meno il ruolo di controllo, particolarmente efficace quando al riscontro delle lacune e della insufficienza di chi governa, si individuano soluzioni. E la ricerca di soluzioni, oggi, appartiene a tutti. I rapporti politici con il Governo nazionale devono portare ad attivare tutte le leve, per dirla con Paci, per ottenere perfino deroghe alle regole europee sugli aiuti di Stato, al mancato rispetto del pareggio di bilancio o alla possibilità di contrarre mutui anche per la spesa corrente. Ma non basta. A me sembra che una lezione questa pandemia la offra anche alla classe dirigente sarda: si può essere, si deve essere direi, di opinioni e opzioni politiche diverse, ma si può trovare nel dialogo, in un rapporto nuovo tra politici, funzionari ed esperti della pubblica amministrazione, studiosi e intellettuali, un progetto politico "ri-costituente" per l'economia dell'isola.Sarebbe così "ri-fondato" anche un nuovo patto con i sardi.

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