La Nuova Sardegna

Due giugno e polemiche, i sardi sono italiani tutto l'anno

di MARCELLO FOIS
Due giugno e polemiche, i sardi sono italiani tutto l'anno

Il senso di Patria è complesso e spesso biunivoco. Ma al Sindaco Sala pare che questa Italia comprenda anche la Sardegna solo d’estate

02 giugno 2020
3 MINUTI DI LETTURA





Ci sono due sfide che, come popolo italiano, dobbiamo necessariamente accettare in occasione del 2 giugno. E sono due sfide culturali, dove per cultura si intenda un’attitudine fuori dai propri interessi particolari e la capacità di rendere attivo, e mettere in circolo, il proprio patrimonio storico. Siamo una popolazione che, per un inveterato provincialismo, tratta come cascame il senso di Patria. Ma siamo anche una popolazione che sul senso di Patria costruisce imponenti fortilizi d’egoismo sociale. Vale a dire che secondo alcuni siamo “prima italiani” e poi tutto il resto solo quando si tratta di costruire nemici, ma non siamo mai “tutti italiani” quando si tratta di cooptare nuovi cittadini. Recentemente, in seguito alle incontrollate affermazioni del Sindaco Sala, a proposito delle ritorsioni turistiche lombarde nei nostri confronti, per esempio, noi sardi ci siamo sentiti assai poco italiani.

Al contrario ci siamo sentiti riscaraventati in quel capitolo assai poco patriottico in cui per le guardinghe vedette lombarde eravamo solo tamburini. E questo non fa bene alla vigilia del 2 Giugno perché rivela un sostrato carsico in cui ancora sopravvive in questa nazione un cittadino, e quindi una Patria di serie A e un cittadino, e quindi una Patria, di serie B. Abbiamo una Costituzione che risponderebbe all’improvvido, e sicuramente stremato, Sindaco Sala.

Abbiamo un documento comune cioè che stabilisce che l’incidente lombardo non è in nulla diverso da quello sardo o calabrese o campano o siciliano. Un documento che stabilisce senza ombra di dubbio che in una nazione matura quel particolare sindaco anziché al presunto egoismo dei sardi avrebbe dovuto appellarsi al senso di responsabilità dei lombardi, che si muovono da un territorio in cui, non dimentichiamolo, continuano a concentrarsi oltre il 50% dei contagi da Covid19 del nostro Paese. Il senso di Patria è complesso e spesso biunivoco. Ma al Sindaco Sala pare che questa Italia comprenda anche la Sardegna solo d’estate. Ebbene la nostra Costituzione stabilisce che la Sardegna fa parte di questa nazione anche d’inverno, quando quel sensibilissimo amministratore milanese, non avendo alcun motivo di recarsi in costa, non ha ritenuto di doversi unire alla giusta protesta dei sardi per il disastro dei trasporti. Ma è evidente che per quel particolare, invernale, problema, anche per il progressista primo cittadino di Milano, eravamo solo sardi e non italiani.

Il 2 Giugno, si dovrebbe festeggiare questa parità, quest’idea cioè che il senso di Patria non può essere materiale elastico da adattare al proprio tornaconto, ma un preciso sostrato, un principio intangibile che pone un limite invalicabile. Un punto che rende evidente quanto autenticamente antipatriottico sia approfittare di una terribile contingenza come una pandemia per affermare i propri interessi particolari anziché per dimostrare la ferrea unità di un popolo che contribuisce al meglio nell’emergenza e che poi si affronta per fare un bilancio quando il pericolo è scongiurato. Che c’è di patriottico nell’auspicare una crisi di governo in questo preciso momento storico? Bisogna essere davvero al limite dell’elaborazione politica. Bisogna davvero avere un senso relativo della nostra storia recente e una visione solo spettacolare, e per niente sostanziale, del fare politico. Come l’idea di volersi sostituire al Presidente della Repubblica nella deposizione della corona d’alloro alla tomba del milite ignoto. In una Nazione matura a chiunque, persino allo sfinito Sindaco Sala apparirebbe chiaro che quell’azione “patriottica” è necessaria a chi la compie più per deficit di visibilità che per senso di Patria. Buon 2 Giugno a tutti.

In Primo Piano

Video

Stefano Cherchi addio: a Sassari l'applauso della folla commossa per il fantino morto in Australia

Le nostre iniziative