La Nuova Sardegna

 

Una settimana in Dad per fare i tamponi - IL COMMENTO

di SILVIA SANNA
Una settimana in Dad per fare i tamponi - IL COMMENTO

Screening degli studenti impossibile in due giorni: la macchina della sanità dovrebbe innestare improvvisamente il turbo

07 gennaio 2022
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Ventiquattro ore di preavviso, per di più alla vigilia di una giornata di festa, sono troppo poche per trasformare una buona idea in qualcosa di concreto. L’iniziativa dello screening tra gli studenti dell’isola, annunciata dal governatore Christian Solinas nella sua (consueta) ordinanza notturna con cui posticipa il rientro a scuola a lunedì 10, appare destinata a naufragare. La macchina della sanità, che ci ha abituato ai suoi tempi da bradipo, dovrebbe all’improvviso innestare il turbo e riuscire nel miracolo di trovare in un amen spazi, persone e soprattutto tamponi per effettuare i test a una platea potenziale di 192mila studenti. Un’impresa da super eroi.

E questa impresa dovrebbe oltretutto essere realizzata in giornate infuocate segnate dal picco di contagi, in cui i test Covid vanno via come il pane nelle farmacie. Per questo è legittimo dire che il provvedimento della giunta regionale, firmato al fotofinish in attesa delle decisioni del Governo, fa acqua da tutte le parti: è tardivo, poco lungimirante e lascia le famiglie nell’incertezza.

Le domande che si rincorrono tra chi ha un figlio in età scolare sono queste: che cosa dobbiamo fare? dove possiamo andare a fare il tampone? La risposta non c’è perché al momento sull’organizzazione degli screening è buio assoluto. Solo in alcuni piccoli Comuni e in una porzione del sud dell’isola la campagna è partita ed entro domenica chi lo vorrà potrà sottoporsi al test gratuitamente: il merito è di sindaci attenti all’evoluzione dei contagi e veloci ad attivarsi insieme alla Asl e alle direzioni didattiche per garantire un rientro a scuola in sicurezza. Ma a fare la differenza è il fatto di essersi mossi prima e avere deciso in anticipo con apposite ordinanze che oggi 7 gennaio le scuole sarebbero rimaste chiuse, nella consapevolezza che in caso contrario il rischio di focolai sarebbe stato altissimo. Una lungimiranza che né il governo nazionale né quello regionale, che si è messo in coda, hanno dimostrato.

La conseguenza è che le giornate di oggi e domani diventeranno per moltissimi studenti sardi un prolungamento delle vacanze di Natale, un supplemento gradito ma assolutamente inutile nell’ambito della lotta contro il Covid. Perché, in assenza di iniziative organizzate nei territori, saranno mosche bianche i ragazzi che prima di rientrare a scuola faranno il tampone, almeno per due motivi: innanzitutto perché il costo sarebbe a carico delle famiglie e poi perché nelle farmacie le scorte si esauriscono in un attimo. Che fare allora?

La via d’uscita la offre la stessa ordinanza di Solinas quando dice che le scuole ripartiranno in presenza il 10 “se ci saranno le condizioni”. A determinare queste condizioni può essere solo un dato: la percentuale di diffusione del virus tra gli studenti, che si può accertare con una adeguata campagna di screening nella quale coinvolgere il più alto numero di persone possibile, dai bimbi della Materna agli studenti delle Superiori, in tutta l’isola, nelle grandi città e non solo in pochi e piccoli Comuni.

L’ufficio scolastico regionale, dice il direttore Francesco Feliziani, insieme alle direzioni didattiche è pronto a fare la sua parte, invitando le famiglie a sottoporsi ai test, nella certezza che si tratti della scelta migliore per ritornare in aula più sereni. Ma per fare le cose per bene occorre tempo, non bastano certo due giorni a cavallo tra un festivo e il week end. Per questo sarebbe preferibile posticipare ancora l’avvio delle lezioni in presenza e ritornare in Dad, almeno per una settimana. La didattica a distanza ha limiti ben noti e c’eravamo illusi che fosse un capitolo chiuso. Ma sarebbe sbagliato non riconoscere che durante la pandemia è stata un'autentica ancora di salvezza. Ora più che mai, con i contagi che dilagano e una variante, l’Omicron, che si diffonde anche solo con uno starnuto, a quest’ancora bisogna aggrapparsi. Poi, ricominciare a nuotare da soli farà meno paura.
 

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