Continuità territoriale, vuoto nei cieli: ma Todde è ottimista
Nei mesi meno convenienti sarà impossibile avere collegamenti con la penisola. Senza una compagnia di bandiera che garantisca i collegamenti si resterà esposti al libero mercato - IL COMMENTO
Se il sistema dei trasporti fosse alimentato a promesse e ottimismo i cieli dell’isola sarebbero pieni di aerei pronti a contendersi i passeggeri. Ma la rinuncia di Volotea a cinque rotte su sei in continuità è la descrizione plastica del fallimento del modello di collegamento portato avanti in modo pasticciato dalla Regione. Dopo tre anni, dopo avere rapidamente affondato una proposta già sul tavolo di Bruxelles elaborata dalla giunta precedente, l’esecutivo guidato da Christian Solinas non è riuscito a elaborare un suo modello valido di Ct1. entre vagheggiava una terrificante Flotta sarda dei cieli, ha assistito quasi inerte alla fine della compagnia di bandiera, Air Italy. L’assessore ai Trasporti Todde ha portato avanti, proroga dopo proroga, il modello di continuità elaborato dieci anni prima. Lo ha fatto con l’aria rassegnata e schifata di chi era costretto a utilizzare un sistema superato e molto limitato, ma lavorava per strabiliare i sardi con una rivoluzione dei cieli. Guardava il modello Corso, studiava quello Spagnolo, ma preparava le carte per una soluzione tutta sua. E a suo modo lo ha fatto. Perché il rischio, anzi qualcosa di molto più vicino alla certezza, è che questa estate sarà la prima senza voli in Continuità territoriale. Volotea ha detto che farà solo la Cagliari-Roma. Perché di fatto è l’unica redditizia. E lo farà in estate, quando i cieli sardi si popolano di voli e turisti. Una scelta che da sola vale un atto d’accusa contro l’assessorato ai Trasporti. Difficile davvero capire quale possa essere l’ottimismo dell’assessore Todde. Lui ripete che ci sono tante compagnie interessate ai voli in continuità. E tutti sperano che abbia ragione e parta l’asta all’ultimo ribasso per garantirsi le rotte. Spazzata via Alitalia, schiantata Meridiana nella sua versione qatarina, il sistema dei tre scali sardi è rimasto senza un big player. Senza una compagnia che nutrisse reali interessi per un’isola che ha necessità di collegamenti e che fa del suo diritto alla mobilità una delle sue principali battaglie. Ma per ora si devono riportare le lancette indietro di L’assenza di voli in continuità riporta le lancette della storia indietro di oltre 20 anni, quando esisteva solo il libero mercato. Il rischio è ritornare in quella situazione senza nessuna garanzia per i sardi di avere collegamenti dati tre scali per Roma e Milano. Senza certezza sui costi, che potrebbero diventare proibitivi, sugli orari e sulla garanzia di poter viaggiare tutto l’anno. Lasciati alla deregulation del libero mercato i sardi rischiano di restare ostaggio della loro isola. Ad allarmare in modo preoccupante sono i precedenti. All’ultima proroga del bando si sono presentati solo Volotea e Ita. Difficile capire perché ora dovrebbe esserci una folla di compagnie a contendersi le tratte, anche perché le condizioni sono peggiorate. Il covid e il costo dei carburanti hanno messo in ginocchio la maggior parte dei big del mercato dei cieli, e le compagnie più piccole e dinamiche non hanno i requisiti base per poter partecipare al bando. Il sistema dei trasporti sardo sembra danzare sul bordo di un buco nero, il futuro potrebbe essere drammatico per l’isola che resterebbe collegata solo in estate e nelle rotte che garantiscono un ritorno economico per le compagnie. Volare potrebbe diventare un sogno proibito per i sardi rimasti senza più ali.