La Nuova Sardegna

L'editoriale del direttore

Non lasciatevi incantare dalle chiacchiere, a pagare saremo noi italiani

Antonio Di Rosa
Draghi al Quirinale da Mattarella nel giorno dello scioglimento delle Camere
Draghi al Quirinale da Mattarella nel giorno dello scioglimento delle Camere

Lo scioglimento delle Camere e il voto anticipato: la storia del Paese ci insegna che nessuna legge elettorale ha garantito la stabilità e la continuità. E sarà ancora così

21 luglio 2022
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È disarmante leggere e ascoltare cosa dicono oggi i leader e le riserve dei vari partiti. Il tema rimane di Palazzo: ci può essere un partito di Draghi anche senza Draghi? Non siamo in grado di ragionare, nemmeno nel momento peggiore della Repubblica, su dove ci porterà questa crisi senza motivazioni. È questo il punto.

Tutte le altre questioni sono secondarie ma pochi lo capiscono o fanno finta di non capirlo. Non c'è partito scevro da errori. Ve lo immaginate un Salvini che accetta la leadership di Giorgia Meloni? Quanto durerà la maggioranza di centrodestra destinata a governare? E come pensa il Pd di Letta di ribaltare la situazione ora che si è sgretolata l'alleanza con i Cinque Stelle? E poi con chi? Con Conte, con Di Maio o con i residui della sinistra?

Abbiamo il dovere, come ha scritto bene ieri Luca Rojch, di fare i nomi e i cognomi di chi ha costretto Draghi a sloggiare da Palazzo Chigi. Conte è il primo responsabile visto che ha la presunzione di credere che solo lui può stare in quel palazzo. Gli altri sono abusivi a cominciare da Draghi. Parla uno, il leader dei Cinque stelle, che ha avuto la faccia tosta di allearsi col centrodestra e poi, con disinvoltura col centrosinistra. A seguire Salvini e Berlusconi che alla resa dei conti hanno preferito andare al voto subito per riacciuffare il governo dell'Italia.

Ma la storia del Paese ci insegna che nessuna legge elettorale ha garantito la stabilità e la continuità. E sarà ancora così.

Cari lettori, non lasciatevi incantare dalle chiacchiere che ascoltate in giro per il Paese. Perché nessuno spiega agli italiani quali saranno le conseguenze per la nostra economia. Quanto aumenteranno i prezzi della spesa alimentare, quanto rincareranno le bollette, quanto costeranno i mutui per chi ha bisogno di comprare casa, quanto ci costerà viaggiare per lavoro o per necessità familiari, cosa accadrà della dissestata sanità o della scuola.

Badate bene, non è grave andare a votare, la scadenza della legislatura era programmata per la prossima primavera. Ma il modo e il momento in cui si è scelto di farlo.

Pensate alla Sardegna, una delle regioni più deboli del Paese. Insularità sul filo, più no che sì, ma comunque vuota di contenuti. I trasporti da Medioevo, le strade impercorribili, la sanità nell'abisso, uno scontro sull'energia che non c'è. Qui c'è gente che battaglia sul nulla. Non si è scelto e non si sceglierà, ma su cosa verte lo scontro?

Se non fosse tutto così grave e serio dovremmo chiedere una seduta comune sul lettino dello psicanalista. Il partito del no (maggioritario nell'Isola) prevale al cento per cento. Non c'è nulla e, statene certi, non si farà nulla. Un disastro annunciato e lo sostiene uno che vede sempre il bicchiere mezzo pieno.

Non abbiamo vie d'uscita anche se qualcuno, come la Meloni, crede ancora nelle magie della sua politica. Erediterà un Paese a pezzi. Vedremo cosa saprà fare e se i suoi compagni di viaggio le consentiranno di farlo. Abbiamo perso la faccia in Europa e nel mondo. Auguri.

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