W il made in Italy tecnologico
L’idea di un liceo del Made in Italy, come tutte le iniziative che riguardano la formazione, è una proposta che merita certamente di essere seguita con attenzione. Dovrebbe essere nelle intenzioni un percorso formativo in grado di valorizzare le specificità culturali italiane e dei prodotti del paese in funzione della loro valorizzazione sul mercato internazionale. La speranza è che non si tratti di un’iniziativa velleitaria ma di una scelta meditata che porti alla formazione di competenze utili alla crescita del paese.
Il rischio però è che questo tipo di iniziative possa essere il frutto di una certa immagine stereotipata del paese e della poca conoscenza da parte della classe politica della realtà produttiva dell’Italia e dei suoi veri punti di forza. L’idea del Made in Italy è troppo spesso associata a moda, vino, cibo, mobili, scarpe. Questi settori assieme al turismo rappresentano una parte importante dell’economia italiana e sono profondamente radicati nella nostra cultura. Sono un patrimonio immateriale di cui giustamente siamo molto orgogliosi. Eppure l’Italia non è solo questo, ad esempio è il primo produttore dell’Unione Europea di farmaci, un risultato straordinario, frutto di alta specializzazione, tecnologia e investimenti di lungo termine. Il nostro paese è anche all’avanguardia per quanto riguarda le tecnologie dei semiconduttori, settore strategico e fondamentale che è al centro di intrighi geopolitici proprio per la sua importanza. I poli produttivi italiani di semiconduttori ad Agrate e Catania sono tra i più avanzati per tecnologia al mondo, un vero gioiello del Made in Italy.
Le industrie italiane nel settore spaziale sono anche quelle che hanno costruito il 55% dei moduli pressurizzati della stazione spaziale internazionale, compresa la cupola in vetro dalla quale gli astronauti possono ammirare la terra, e mandarci le foto del nostro meraviglioso pianeta. L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che ha tutta la filiera dell’industria spaziale, dalla costruzione di satelliti fino ai lanciatori. In Abruzzo attraverso le antenne di Telespazio passano una buona parte delle telecomunicazione satellitari europee. Le industrie ed i fisici italiani hanno costruito i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, una meraviglia della tecnologia ancora unica dove vengono studiati gli inafferrabili neutrini. Da poco è stato inoltre inaugurato Leonardo il quarto supercomputer più potente al mondo, parte di un sistema della ricerca italiano che riesce a moltiplicare i risultati rispetto agli investimenti.
L’Italia investe in ricerca rispetto al totale di quanto speso nel mondo molto meno della sua quota di pubblicazioni scientifiche che è del 3% circa, un risultato che viene poco ricordato ma che fornisce una buona misura di quanta conoscenza venga prodotta nel paese e in modo molto efficace. Una conoscenza che serve a produrre materiali avanzati, sistemi elettronici, sensori, software, dispositivi biomedicali che sono il fiore all’occhiello della nostra produzione industriale, all’avanguardia per innovazione e capacità di seguire il mercato. Un patrimonio di imprese tecnologiche medie e piccole presenti praticamente in ogni settore del mercato, molto competitive e dinamiche.
Accanto a questi ci sono le imprese della cantieristica che fabbricano le navi da crociera, portaerei e sottomarini. Queste industrie sono sostenute da ingegneri e tecnici che si formano nei nostri politecnici e nelle università che pur non apparendo in cima alle classifiche farlocche sono ancora una scuola tra le migliori del mondo. È un’Italia poco raccontata, meno glamour di quella della moda o del vino, ma è una parte essenziale non solo della nostra economia ma della nostra cultura. Affonda le sue radici nel Rinascimento, nella passione per la scienza e l’ingegneria che partendo da Leonardo e Galileo e dalla nostre Università, le più antiche del mondo, ha saputo fare dell’innovazione una cultura di massa, non ce ne rendiamo conto ma è una qualità unica.