Uil Pubblica amministrazione, Picchedda riconfermato
ORISTANO. La riforma della pubblica amministrazione del Governo Renzi e il contratto di lavoro che da sette anni attende di essere rinnovato: sono stati questi i temi centrali del dibattito al 4°...
ORISTANO. La riforma della pubblica amministrazione del Governo Renzi e il contratto di lavoro che da sette anni attende di essere rinnovato: sono stati questi i temi centrali del dibattito al 4° congresso territoriale della Uil Pubblica amministrazione, che si è svolto all’Hostel Rodia. Una platea di delegati in rappresentanza degli oltre 120 iscritti al sindacato di categoria che riunisce i lavoratori delle Pubbliche amministrazioni, enti statali e parastato, ha partecipato con attenzione ai lavori, aperti dal segretario provinciale uscente (riconfermato) Roberto Mario Picchedda, con la presenza della segretaria regionale uscente, Giorgia Vargiu e del segretario nazionale, Giorgio Colombi, che ha concluso i lavori. «Un congresso che si apre in uno scenario regionale e nazionale di profonda crisi politica, istituzionale ed economica che incide fortemente sulla vita di milioni di cittadini e colpisce in modo drammatico lo stato sociale, i servi, la sicurezza», ha detto Picchedda. «In particolare segna un momento di profondo disagio nei confronti del proprio ruolo sociale e delle proprie funzioni di tutti i lavoratori del Pubblico impiego, soprattutto della Pubblica amministrazione». Picchedda ha quindi esaminato i dati relativi alla disoccupazione, balzata a gennaio 2014 al 12,9 per cento, con i disoccupati che, a livello nazionale, sfiorano i 3milioni e 300mila. «Il tasso più alto dal gennaio 2004 – ha detto il segretario – dati che confermano come fino ad ora, la politica e le istituzioni abbiano fallito l’intento di frenare una crisi che si va aggravando». Una crisi che sta impoverendo in maniera irrefrenabile le famiglie, che da un lato sono alle prese con una tassazione sempre più forte e dall’altro sono costrette a ridurre notevolmente consumi ed acquisti, scesi del 3,2 per cento in generale e del 7,1 per cento per quel che riguarda i beni durevoli. Da qui l’importanza sempre maggiore del ruolo del sindacato che, come ha detto Picchedda «dovrà svolgere un’azione più marcata nei confronti del Governo affinchè questo non si limiti solo a tagli sul pubblico impiego che negli ultimi sei anni ha perduto 450mila posti di lavoro e altri 250mila destinati a scomparire, ma metta in campo maggiori investimenti per riforme strutturali in materia di lavoro, fisco, istruzione e competitività di sistema».