La Nuova Sardegna

Oristano

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Una fiaccolata per salvare Meriam

I ragazzi delle cresime per la giovane condannata a morte in Sudan

24 maggio 2014
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LACONI. Una fiaccolata di solidarietà e protesta che dalla cittadina di Sant’Ignazio guarda all’Africa. «Siamo un gruppo di ragazzi di Laconi, in provincia di Oristano, e stiamo per fare un passo importante della nostra vita, cioè il sacramento della Cresima. Proprio per questo motivo sentiamo forte la necessità di esprimere il nostro disappunto per quello che sta succedendo in Sudan, ad una donna di 27 anni, Meriam Yahia Ibrahim Ishag, incinta di otto mesi, condannata a morte perché cristiana».

Con queste parole i ragazzi della parrocchia, insieme al parroco padre Fabrizio Congiu, lanciano un appello al rispetto dei diritti umani e invitano la comunità a partecipare alla fiaccolata in programma per questa sera.

«A questa nostra sorella – scrivono i ragazzi – vogliamo offrire il nostro sostegno e la nostra preghiera, e ci rivolgiamo alle autorità sudanesi perché Meriam possa godere dei diritti appartenenti alla dignità umana universale, come quello alla vita e alla libertà religiosa».

La donna incinta di otto mesi e con un altro figlio di venti mesi, attualmente si trova in carcere, condannata a morte da un tribunale di Khartoum perché cristiana pur avendo un padre musulmano. Una vicenda che sta facendo discutere e sta attivando una rete di solidarietà che sta attraversando il mondo.

«Meriam deve vivere» è la campagna promossa dal giornale l’Avvenire che in pochissimo tempo ha già ottenuto oltre diecimila adesioni. Anche la cittadina del Sarcidano darà il suo contributo nel manifestare contro una sentenza assurda, definita ripugnante da Amnesty International.

La fiaccolata partirà alle 21 dalla piazza Sant’Ignazio, attraverserà il corso cittadino, per concludersi in piazza Marconi. (iv.ful.)

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