In viale Repubblica comandano i vandali
La denuncia degli operatori del Centro servizi culturali: «Passiamo i lunedì a ripulire»
ORISTANO. Forse arriveranno le telecamere. E forse risolveranno il problema. O forse no: i vandali si sposteranno poco poco più in là, dove l'occhio elettronico non arriva. Dietro i raid pressoché quotidiani non 'è un problema di tecnologia, ma di cultura. E di educazione. E di maleducazione, se si preferisce. I giochi per disabili danneggiati nei giardini pubblici di viale Repubblica, solo uno dei tanti episodi. Sabato notte un falò è stato acceso davanti alla porta dell'ex biblioteca comunale. «Noi siamo abituati - dice il direttore del Centro servizi culturali di via Carpaccio, Marcello Marras -. Capita spesso che trascorriamo i lunedì a ripulire ciò che lasciano i vandali, a tentare di riparare, a presentare denuncia ai carabinieri».
Il raid si è ripetuto anche sabato scorso: vetri rotti, pluv iali divelti, pozzetti spaccati, tentativi di incendio, piante sradicate.
«Per noi del Centro servizi culturali - scrivono in una lettera aperta gli operatori della struttura -, è proprio difficile andare a lavorare il lunedì. Il nostro lavoro ci piace, e veniamo sempre con l'entusiasmo di preparare nuove attività e di offrire i nostri servizi ai cittadini».
Il problema è doversi occupare di mettere riparo ai guai provocati dai vandali: «Nel fine settimana viviamo con la speranza di ritrovare il Centro, e il suo giardino, nella stessa situazione in cui lo lasciamo il venerdì. E invece? E invece molti lunedì la nostra speranza viene tradita». Come è accaduto nel fine settimana appena trascorso.
«Il divertimento preferito da tante persone “nell'inebriante” fine settimana della nostra città: distruggere ciò che è bene pubblico, ciò che appartiene a tutti».
Dall'amarezza alla scossa. «Possibile che una città come Oristano non abbia la forza e la voglia di ribellarsi, di far capire a figli, a genitori, a nonni, ad educatori che una società migliore si può avere solo partendo dal rispetto dell'altro e di ciò che ci circonda?».
Marcello Marras aggiunge: «E la società oristanese che si deve mettere in discussione. È troppo semplicistica l'accusa a quattro ragazzi maleducati. C'è un problema più ampio, che non può riguardare solo il centro servizi culturali, ma tutti quanti. Serve una soluzione per invertire la rotta». (r.pe.)