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Trivellazioni/2

Anche a Bosa proteste contro gli spari sottomarini

Anche a Bosa proteste contro gli spari sottomarini

BOSA. L’appello alle istituzioni locali lanciato qualche giorno fa non ha a quanto pare ancora sortito effetti e InBosa chiede ora esplicitamente “Sindaci, parlate contro l’airgun.” L’ennesimo...

28 giugno 2014
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BOSA. L’appello alle istituzioni locali lanciato qualche giorno fa non ha a quanto pare ancora sortito effetti e InBosa chiede ora esplicitamente “Sindaci, parlate contro l’airgun.” L’ennesimo richiamo viene lanciato attraverso un chiaro messaggio, pubblicato sul sito internet istituzionale del comitato ambientalista con base nella città del Temo. Contrario all’utilizzo della tecnica che prevede di “sparare” nel fondale marino, alla ricerca di idrocarburi, aria compressa. Scade infatti il prossimo sette luglio il termine di presentazione delle osservazioni da parte del pubblico sul “Progetto di indagine geofisica” presentato sempre dalla società di ricerche petrolifere Schlumberger Italiana al Ministero dell’ambiente. Il tutto in un’ampia area del Mar di Sardegna, poco meno di ventunomila chilometri quadrati, al largo del litorale delle province di Oristano e Sassari. Praticamente all’interno del Pelagos Santuario per i Mammiferi marini istituito come area marina protetta di interesse internazionale e area specialmente protetta sottolineano da InBosa. Quello che però preoccupa di più il comitato è il fatto che «l’attività di prospezione, consisterebbe in “spari” di aria compressa per 7.300 km. di tracciato complessivo per 10 settimane».  Spari, uno ogni 5, 15 secondi «con intensità sonora variabile fra 240 e 260 decibel, superata in natura solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini».

Alessandro Farina

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