La Nuova Sardegna

Oristano

Un sinodo nel segno dell’ innovazione

Un sinodo nel segno dell’ innovazione

La diocesi di Ales-Terralba si prepara a vivere l’evento che inizierà il prossimo 28 settembre

19 luglio 2014
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ALES. Comincerà il prossimo 28 settembre il sinodo, l'assemblea generale, della diocesi di Ales- Terralba. Un centinaio di “padri” sinodali – settanta laici, venti sacerdoti e una decina tra religiosi e suore – inizieranno, al termine di una solenne liturgia penitenziale, un cammino unitario per delineare – come vuole il vescovo monsignor Giovanni Dettori – il volto di “Una chiesa comunione per la missione”.

«Questa formulazione – spiega monsignor Nico Massa, segretario del Consiglio presbiterale – è stata interpretata e tradotta in termini molto concreti per assumere la forma di un progetto di vera svolta radicale nella pastorale diocesana».

Il sinodo, in pratica, dovrà varare ufficialmente una nuova organizzazione della Chiesa della Marmilla e Medio Campidano. Ferme restando le 57 parrocchie accorpate nelle cinque foranie di Guspini, San Gavino Monreale, Terralba, Ales e Lunamatrona, sarà superata la frammentazione in piccoli e grandi segmenti di attività parrocchiali. Fine della storica isola parrocchiale – con l'aspirazione all'autosufficienza – e spazio alle azioni missionarie interparrocchiali e alle unità pastorali. Un esempio pratico per rendere meglio la rivoluzione: due parrocchie di Terralba potranno unificare pastorale matrimoniale e giovanile, catechesi e oratorio; così pure due piccoli centri abitati affidati a un unico sacerdote.

«Il sinodo – aggiunge monsignor Massa – dovrà esaminare proposte concrete per una pastorale profondamente innovativa nella sua impostazione anche organizzativa. Ma non può ridursi ad una ristrutturazione degli organismi e delle parrocchie. Questa deve essere ispirata ad una vera conversione ecclesiale, in termini di maggiore comunione e di rilancio della missionarietà».

Insomma non rivoluzione organizzativa prodotta dalla carenza di preti, ma Chiesa realmente comunitaria con clero e laici uguali in quanto battezzati e corresponsabili.

Singolare il modo scelto dal vescovo per inaugurare il sinodo: una liturgia penitenziale. In questo solenne appuntamento, in molte diocesi vissuto con non pochi cenni di trionfalismo, monsignor Giovanni Dettori chiama preti e laici a mettersi in ginocchio e chiedere perdono.

«È parso un modo significativo iniziare con un momento che introducesse i lavori con un percorso di purificazione e di conversione. Ciò che in termini ecclesiali si chiama appunto penitenza - conversione – spiega monsignor Nico Massa –. Solo dopo si potrà procedere ai lavori, entrando nel vivo dei temi del sinodo, che riguarda il rilancio della vita pastorale. Infatti, la sera stessa, nella cattedrale di Terralba, ai padri sinodali verrà presentato “l'Instrumentum laboris”, il documento ufficiale che tratta e sviluppa in modo organico i temi e le proposte sul quale il Sinodo si dovrà confrontare.

Sei le sessioni previste: il 28 settembre quella inaugurale, quindi l'8 e 9 ottobre, il 9 e 30 novembre; l'11 e 18 gennaio. Il Sinodo si concluderà il 25 gennaio 2015 nella cattedrale di Ales con la promulgazione ufficiale degli atti sinodali da parte del vescovo Giovanni Dettori.

Mario Girau

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