Il Liceo linguistico in abbandono
A Santu Lussurgiu il glorioso istituto è in pessime condizioni: urge un intervento
SANTU LUSSURGIU. Il centenario della nascita di Diego Are, commemorato qualche giorno fa con un convegno organizzato in occasione della nascita dell’Associazione Carta Meloni, oltre a celebrare gli indiscussi meriti dell’importante studioso lussurgese, ha messo in evidenza anche le condizioni di degrado in cui versa la struttura che ospitava il Liceo linguistico e l’Istituto per il Turismo da lui fondati. Il ginnasio comunale, divenuto successivamente Liceo linguistico, fu voluto da Pietro Paolo Carta, che nel 1941, aveva lasciato il suo patrimonio alla Congregazione religiosa degli Scolopi perché realizzassero “uno stabilimento nel quale venissero aperte, a favore dei giovani del paese, le scuole di latinità sino alla retorica”, affidandole agli stessi religiosi, perché le tenessero “con lo stesso zelo e disimpegno usato a Cagliari e Sassari”. Il notevole patrimonio crebbe ancora qualche anno dopo grazie ai beni donati da un altro lussurgese benemerito, Giovanni Andrea Meloni, che condivideva le finalità di Carta. Sulla gestione dei beni e delle relative rendite, nonché l’utilizzo della struttura, nacquero diversi contenziosi che ne determinarono alterne fortune, fino a quando, tra il 1974 e 1975, grazie all’intuizione di Diego Are, sostenuto da altri intellettuali del luogo, venne costituita una Cooperativa culturale che diede vita, nel 1976, al Liceo Linguistico intitolato ai due benefattori “Carta e Meloni”. Con la gestione di Diego Are, che fu preside e presidente dell’Ente, il liceo visse oltre quindici anni di prosperità, e contribuii, grazie all’elevato numero di iscritti, alla crescita economica e di immagine del paese e dell’intero territorio. «Vedere lo stato di degrado in cui versa attualmente – ha detto Luigi Roselli, dirigente scolastico di un Liceo oristanese, ex insegnate del Liceo e autore di un libro che racconta la figura umana e professionale di Diego Are – fa davvero male, e la dice tutta sull’indifferenza delle istituzioni verso un patrimonio culturale che è di tutti». L’interno della struttura adesso versa in stato di pericoloso abbandono e necessita di interventi urgenti che ne consentano la messa in sicurezza. Dopo la soppressione degli Ipab (istituti Pubblici di Assistenza e beneficenza), la struttura è passata all’amministrazione comunale, che però non ha i soldi necessari al suo recupero. E allora, il rischio è che, in breve tempo, le condizioni dello stabile peggiorino ancora. «Adesso è importante agire subito almeno per salvaguardare la memoria di chi vi ha studiato e recuperare i documenti e i libri che si trovano nella biblioteca».
Piero Marongiu