La Nuova Sardegna

Oristano

Zona franca anti Equitalia la protesta riparte da Losa

di Francesco G. Pinna

Le sigle che si battono contro lo Stato centralista si sono ritrovate ad Abbasanta Il blocco non era autorizzato ed è riuscito solo in parte: è intervenuta la polizia

21 agosto 2014
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ABBASANTA. «Basta indigenza, emigrazione, spopolamento e disoccupazione. Basta scorie nucleari, no alle servitù militari e alla importazione di merci dalla penisola e dai paesi europei ed extracomunitari e Zona Franca subito». Sono le parole d'ordine della manifestazione di protesta che ieri mattina ha provato a dividere in due l'isola rallentando la circolazione stradale sulla Statale 131 all'altezza del distributore Agip Losa Ovest.

L'obiettivo era ambizioso, forse troppo. Dividere appunto la Sardegna in due per unirla nella lotta «contro tutti quelli che la stanno affamando per dividersene le spoglie». «Hanno ucciso la nostra agricoltura, la nostra pastorizia e la nostra pesca, è ora di dire basta e di puntare i piedi per far valere i nostri diritti di popolo finchè siamo ancora in tempo», spiegava il volantino distribuito agli automobilisti e firmato appunto genericamente “il popolo sardo”.

Per attuare la clamorosa protesta ieri mattina sono arrivati alla spicciolata da tutta la Sardegna. Da soli o a piccoli gruppi, con l'auto di famiglia o con il furgone dell'azienda. All'appuntamento, fissato per le 9, si sono presentate un centinaio di persone. Per la maggior parte piccoli imprenditori e piccoli artigiani, ma anche disoccupati e pensionati, molti con le bandiere del Movimento per la Zona Franca Integrale, e poi ancora militanti di movimenti indipendentisti e delle battaglie contro Equitalia e lo Stato vampiro e anche di quelle contro il Nucleare di qualche anno fa, protagonisti dei sit in contro gli sfratti, patrioti sardi e attivisti del Movimento 9 dicembre. Troppo pochi però per un'azione di forza. Tanto più che ad attenderli c'era un imponente schieramento di carabinieri e poliziotti decisi a non concedere sul campo quello che la Questura aveva negato sulla carta, cioè a non permettere l'occupazione della carreggiata e il blocco della circolazione stradale.

I manifestanti, la circolazione sono riusciti soltanto a rallentarla. Il momento clou della protesta si è avuto tra le 11,30 e mezzogiorno, quando passo dopo passo i manifestanti sono riusciti a invadere con i loro striscioni e le loro bandiere tutta la corsia esterna della carreggiata ovest della Carlo Felice costringendo auto e camion diretti verso Oristano e Cagliari a procedere quasi a passo d'uomo.

A quel punto si è formata una coda di diversi chilometri, con centinaia di auto e di camion incolonnati sotto il sole che cominciava a bruciare e la Polizia, senza gran fatica, ha rispedito tutti dietro la striscia bianca.

La manifestazione di protesta praticamente è terminata lì. Sui volantini distribuiti agli automobilisti sono rimaste le motivazioni e le rivendicazioni della protesta. Sui taccuini della Polizia i nomi dei manifestanti identificati, che ora rischiano una denuncia per blocco stradale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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