La Nuova Sardegna

Oristano

Nuove tombe a Monte Prama: una già saccheggiata dai ladri

Nuove tombe a Monte Prama: una già saccheggiata dai ladri

Cabras, la campagna di scavo regala altre importanti testimonianze e i tombaroli si scatenano

22 settembre 2014
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ORISTANO. Tombe scoperte nell’ultima campagna di scavo e per domani martedì 23 settembre sono programmati i prelievi sui resti allo scopo di ricavare informazioni preziose sul passato di quest’area ricchissima. Ma durante la notte i tombaroli si sono scatenati e una delle tombe è stata rovistata, senza frutto per i ladri, ma con grave danno per la prosecuzione delle ricerche.

E’ l’eterno dramma dell’archeologia che spiega l’atteggiamento riservato spesso assunto dagli scopritori di reperti, atteggiamento che a volte non mette al riparo il patrimonio archeologico perché i cittadini restano all’oscuro dei rinvenimenti ma i tombaroli, invece, ne sono sempre informati.

Monte Prama è ormai al centro di molte attenzioni perché è la campagna dove sono stati scoperti i Giganti, le grandi statue restaurate e in mostra da alcuni mesi nei musei di Cabras e Cagliari.

A dare notizia del saccheggio della tomba è stato nel pomeriggio un funzionario della Sovrintendenza.

Cercavano probabilmente vasi di ceramica e ornamenti i tombaroli che durante la notte hanno violato una tomba nel cantiere archeologico di Mont'e Prama, a Cabras ma sono tornati a casa senza niente di prezioso da vendere, magari all'estero.

L'incursione è stata scoperta questa mattina dagli archeologi della Soprintendenza e delle Università di Sassari e di Cagliari impegnati da cinque mesi nello scavo del sito che 40 anni fa ha restituito i famosi giganti di arenaria di Mont'e Prama. Il fatto è stato subito denunciato ai carabinieri di Cabras che hanno già avviato le indagini per cercare di identificare i responsabili.

Sul luogo sono intervenuti anche i militari del Nucleo per la tutela dei beni culturali di Sassari. I tombaroli sono andati quasi a colpo sicuro a cercare una delle tombe individuate nei giorni scorsi dagli archeologi. Hanno spostato il pesante lastrone di arenaria che la ricopriva, hanno scavato la tomba a colpi di piccone e prima di andarsene hanno cercato di rimettere tutto a posto.

Quando l'hanno riaperta, nella tarda mattinata, il responsabile del cantiere, Alessandro Usai, della Soprintendenza archeologica, e l'archeologo Raimondo Zucca, dell'Università di Sassari, hanno trovato solo i resti, ridotti in mille frammenti, di uno scheletro e poco altro. «Non possiamo dire se l'hanno distrutto i tombaroli stanotte o se era cosi da chissà quanti secoli», hanno spiegato ricordando che la gran parte delle tombe scavate negli anni 70 era priva di corredo funerario. Lo scavo delle tombe doveva cominciare proprio domani mattina e vedrà impegnata anche una equipe di bioarcheologi coordinata dal professor Salvatore Rubino dell'Università di Sassari.

Già nei mesi scorsi si era posto nell’area di Mont’e Prama il problema della sicurezza. Da subito sono apparse del tutto insufficienti le recinzioni utilizzate, tanto che diversi turisti e curiosi quest’estate in più occasioni sono entrati all’interno dell’area, quando questa non era presidiata dagli addetti agli scavi.

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