Silenzio stampa sui Giganti: scoppia la polemica
La Direzione regionale dei Beni culturali impone il segreto L’ex governatore Cappellacci: «Vergogna, è un’assurdità»
CABRAS. Se il metro usato nella comunicazione sarà quello che ha tenuto nascosti per decenni i primi Giganti usciti dalla collina di Mont’e Prama, c’è il rischio che sulla vicenda calino una cappa di silenzio e di oblio. Forse non altrettanto lunghi, ma comunque poco comprensibili per il pubblico che segue con grande attenzione le vicende delle scoperte archeologiche nelle campagne del Sinis.
Le vicende degli scavi archeologici di Mont’e Prama stanno godendo di un’attenzione mediatica che, se fosse a pagamento, costerebbe una fortuna. Invece dalla Soprintendenza arriva l’ordine di tenere lontani i giornalisti.
Il clamore e la curiosità mal si conciliano, evidentemente, con la linea d’azione di Ministero e Soprintendenza. Ma c’è chi protesta. L’ex presidente della Regione , Ugo Cappellacci, ad esempio: «Il silenzio imposto dalla Direzione regionale Beni culturali sugli scavi che stanno riportando alla luce altri Giganti di Mont'e Prama è una vergogna, un'assurdità indegna di un paese democratico».
Secondo l’ex governatore si tratta di «una decisione paradossale, visto che il problema è proprio quello opposto: dei Giganti si parla ancora troppo poco. Bisogna diffondere la conoscenza e non limitarla a suon di segreti assurdi».
Le scoperte fatte a Mont’e Prama con l’ultima campagna di scavi, e ancor più quelle che sembrano a portata di mano, hanno portato i Giganti sulle pagine dei quotidiani locali e nazionali, sugli schermi delle televisioni e, in un effetto moltiplicatore, sui computer di migliaia di persone.
Il fascino delle prospettive che si aprono per il sito tra lo stagno e il mare stanno richiamando l’attenzione di persone che solitamente non si sarebbero avvicinate all’argomento. E, in una fase in cui questa attenzione è massiccia, in aumento e gratis, la Soprintendenza cosa fa? Chiude i rubinetti delle informazioni. E mette all’ingresso dell’area degli scavi un cartello virtuale con una foto di un giornalista e la scritta: “io non posso entrare”. Scherzi a parte la scelta di “tagliare” le informazioni è quantomeno discutibile.
Da Cappellacci arriva una proposta: «La Regione chieda subito la convocazione della cabina di regia permanente, prevista nel protocollo firmato nel 2011 per la valorizzazione del complesso scultoreo e del sito, e chieda la revoca immediata della circolare che di fatto impedisce agli archeologi e a tutto il personale impegnato nei lavori di dare informazioni».
Il momento di grande attenzione potrebbe rappresentare una risorsa e non un problema: quante persone sarebbero disposte a pagare pur di assistere in diretta al lavoro degli archeologi nell’area di Mont’e Prama e magari assistere a una nuova scoperta? Certo, sarebbe necessario un cambio di passo, un mutamento di mentalità per i quali forse l’organizzazione della Soprintendenza non è strutturata.
@Petretto
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