La Nuova Sardegna

Oristano

Il prefetto: «Adiconsum sbaglia»

di Enrico Carta
Il prefetto: «Adiconsum sbaglia»

Vincenzo De Vivo interviente sulla questione delle multe nelle zone di sosta a pagamento

11 novembre 2014
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ORISTANO. Scende in campo il prefetto. La risposta è netta, come nette e di segno opposto erano state le affermazioni del presidente regionale dell’Adiconsum, Giorgio Vargiu, sulla questione infinita delle soste a pagamento e dei tagliandi di cortesia che si vorrebbe sostituissero le multe per gli automobilisti che non rispettano l’orario o non pagano proprio. Solo che in questo caso, volere non significa potere, perché di mezzo ci sono le leggi e il prefetto Vincenzo De Vivo replica all’associazione dei consumatori che aveva rilanciato la querelle dopo che la prefettura aveva espresso un parere favorevole alla linea tenuta sin qui dall’amministrazione comunale.

L’istituzione del tagliando di cortesia era stata richiesta a gran voce dalla minoranza in consiglio comunale, ma la giunta aveva scelto una strada più prudente chiedendo pareri che, proprio tramite la prefettura, avevano chiarito che le multe erano regolari e giustificate. E infatti, di fronte ai ricorsi di chi aveva ricevuto la contravvenzione, il prefetto si era comportato sempre alla stessa maniera respingendoli tutti.

Ora però, dopo essere stato chiamato in causa, vuole precisare ancor meglio i termini della questione: «La prefettura non esprime alcuna posizione pregiudiziale nei confronti della tesi sostenuta dall’Adiconsum». La spiegazione di Vincenzo De Vivo entra nel merito della questione: «In primo luogo è bene chiarire che non risulta emanata alcuna direttiva ministeriale che avvalori la posizione espressa dall’associazione dei consumatori. Le cosiddette circolari cui fa riferimento l’Adiconsum sono invece singole risposte a quesiti posti da alcuni uffici comunali e statali, che, tuttavia, non sono mai stati oggetto di direttiva generale indirizzata a tutti gli uffici periferici dello Stato ed ai Comuni».

È per questo motivo che la prefettura aveva avviato delle proprie ricerche e chiesto ad aprile che il ministero dell’Interno emanasse la tanto sospirata circolare che spazzasse via ogni equivoco e consentisse di uniformare i comportamenti. Per ora di questa circolare non c’è traccia, ma ci sono alcuni atti che parlano chiaro e ai quali il prefetto Vincenzo De Vivo fa riferimento nella sua replica: «La sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei Conti, con sentenza del 5 luglio 2011, ha affermato che non è dato evincere la possibilità di una distinzione o diversa graduazione delle violazioni di ticket scaduto o in assenza di ticket che consenta, ai fini sanzionatori, una diversa disciplina nelle violazioni di cui si tratta». C’è poi la Corte di Cassazione con un’ordinanza del 9 gennaio 2012 che, nell’annullare per due volte una reiterata sentenza del giudice di pace ha asserito: «La disciplina del parcheggio non può trovare differente disciplina tra aree esterne alla carreggiata e aree poste all’interno della carreggiata, rientrando entrambe nella previsione dell’articolo 157 del codice della strada e, qualora esse siano a pagamento, non si sottraggono all’operatività della sanzione pecuniaria». È di fronte a queste parole che la prefettura continuerà sulla medesima linea. Sino a che in qualche ministero non esprima, in maniera ufficiale e scritta, un parere definitiva.

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