La Nuova Sardegna

Oristano

Ancora commozione e rabbia nel ricordo dell’alluvione

Ancora commozione e rabbia nel ricordo dell’alluvione

ORISTANO. Sullo schermo passano una dopo l’altra le terribili immagini di un anno fa. Cleopatra, però, non è un ricordo mandato a prendere polvere in soffitta. I suoi strascichi bruciano ancora oggi....

29 novembre 2014
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ORISTANO. Sullo schermo passano una dopo l’altra le terribili immagini di un anno fa. Cleopatra, però, non è un ricordo mandato a prendere polvere in soffitta. I suoi strascichi bruciano ancora oggi. E ieri mattina li hanno denunciati ancora una volta i sindaci dei Comuni alluvionati, riuniti in Provincia assieme alla giunta, al prefetto, alle associazioni di volontariato e alla Protezione civile per ricordare quelle terribili giornate del passaggio del ciclone. Quel 18 novembre, che ha dato anche il titolo al reportage su dvd realizzato dal comitato di giornalisti #18undici, progetto di beneficienza per una raccolta fondi che ha trovato due partner importanti come Caritas e SardegnaChiAma. Uno stralcio del loro lavoro ha aperto l’incontro. “Sono immagini che non hanno bisogno di commenti e che sono ancora vive nella memoria di tutti noi — ha inaugurato la giornata il presidente della Provincia, Massimiliano De Seenen —. Oggi siamo qui per vedere cos'è stato fatto dopo l'alluvione e per valutare cosa potremo fare per prevenire”.

Tra le tante testimonianze raccolte dai giornalisti immediatamente dopo il passaggio del ciclone e a distanza di dodici mesi, c’è anche la storia di Claudio, che abita a pochi metri dal canale dove passa il rio Thamis.

Ancora oggi, ogni mattina, ha davanti agli occhi l’ingombro dai detriti: pozzetti in cemento, massi arrivati dalla montagna e ancora quel fango, lo stesso che ha invaso il Comune di Uras. “Il nostro territorio, i cui due terzi sono finiti sott'acqua, non è cambiato molto, in un anno. Ci sono aziende ancora irraggiungibili ai piedi della pedemontana e siamo il Comune dei tristi primati. Il primo a subire i danni dell’alluvione, il primo a perdere una concittadina. Per essere poi stato il più colpito nell’Oristanese, ma anche quello dove sono arrivati meno fondi per la ricostruzione — ha ribadito il primo cittadino prese Gerardo Casciu, rabbia e commozione evidenti nelle sue parole — Oggi ringrazio chi è venuto ad aiutarci, anche solo con un sorriso, troppe persone per fare un elenco. Si fa in fretta, invece, a identificare chi non ha adempiuto ai propri doveri, sappiamo bene con chi prendercela. A noi sardi lo Stato ancora non ha sbloccato i fondi per la gestione delle emergenze, mentre lo fa in altre Regioni. E la nostra Regione, tra Patto di Stabilità e sovvenzioni, sappiamo che avrebbe potuto fare molto di più. E noi avremmo già dato e fatto tantissimo sul territorio”. E mentre uno dei giornalisti del comitato #18undici, Nicola Pinna del quotidiano La Stampa, ha raccontato che “inizialmente chi avrebbe dovuto gestire da subito i soccorsi ha dato degli allarmisti ai soliti sindaci che, con iniziative estemporanee, iniziavano a evacuare i loro paesi”, anche il vice sindaco di Terralba, Cristina Manca, ha riportato la sua esperienza del 18 novembre dello scorso anno. “Un'accadimento di queste proporzioni epocali era difficile da prevedere e noi, con un’iniziativa artigianale, abbiamo pensato da subito di prevenire facendo passare la macchina con il megafono per tutto il paese. Oggi possiamo dire che è stata la nostra salvezza".

Caterina Cossu

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