La Nuova Sardegna

Oristano

Termodinamico, l’impianto biomasse suscita perplessità

di Claudio Zoccheddu

Adiconsum: «Deve rispettare la salute e l’ambiente» All’orizzonte c’è la richiesta di un confronto pubblico

30 gennaio 2015
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ORISTANO. Il primo passo è già stato mosso. Era il 18 dicembre dello scorso anno quando il comune di Oristano, con una delibera di giunta, approvava lo schema di convenzione con la San Qurico Solar Power per la costruzione di un gigantesco impianto termodinamico a biomasse.

A distanza di poco più di un mese, la preoccupazione ha già avvolto le campagne oristanesi. E non solo. Anche le associazioni di categoria suonano la carica. In prima linea c’è Adiconsum e il suo consulente sugli aspetti tecnici, l’ingegnere Gabriele Sanna: «La cosa più strana è che l’impianto a biomasse abbia la stessa potenza di quello solare termodinamico. Se dovesse realmente trattarsi di un impianto di back up sembrerebbe decisamente sovradimensionato». Ovviamente, il lato più preoccupante di tutta la vicenda è legata proprio all’impianto a biomasse e alla conseguenze di un accensione che non sembra destinata a essere sporadica: «Ricordiamoci che non stiamo parlando di un caminetto ma di un impianto che brucia tonnellate di legna ogni giorno», dice ancora Gabriele Sanna, «e, considerando che avremo a che fare con un impianto di produzione energetica dalla capacità prevedibili, ovvero che dovrà produrre una determinata quantità di energia costi, l’idea che il bruciatore a biomasse sia solo un partner di secondo piano sembra poco credibile».

Dunque, anche le emissioni in atmosfera saranno più rilevanti: «Ma non tanto quelle che arriveranno direttamente dalla’impianto, gli ossidi e il monossido di carbonio saranno trattenuti dai filtri a manica. Il vero incremento sarà segnato dai movimenti di tir che porteranno la legna al bruciatore che, considerate le quantità, non saranno pochi.

Sulla stessa falsariga le dichiarazioni del responsabile regionale di Adiconsum, Giorgio Vargiu: «Siamo a favore delle energie rinnovabili, sia chiaro, a patto che queste rispettino l’ambiente e la salute dei cittadini. Certo, ci deve essere anche il rispetto del territorio e sapere che questo impianto occuperà 55 ettari di terre agricole non può farci piacere».

Quello che invece potrebbe soddisfare associazioni di categoria e cittadini sarebbe un incontro pubblico in cui discutere i termini di un a vicenda che rischiava di passare sottotraccia e che, invece, sembra destinata a cambiare il volto a un parte dell’hinterland oristanese.

Intanto, Enel ha deciso di ribadire il suo coinvolgimento in veste di semplice consulente e project leader. Il prossimo capitolo delle vicenda, infine, potrebbe essere scritto nei prossimi giorni. L’incontro tra i membri del nascituro comitato che tutelerà i cittadini e il sindaco, Guido Tendas, è slittato a data da destinarsi.

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