Premio nazionale Montiferru in agonia
SENEGHE. Calato il sipario sulla 22esima edizione del Premio Nazionale Montiferru, adesso si fanno i conti con i numeri che l’hanno caratterizzata. E sono numeri impietosi, che evidenziano un...
SENEGHE. Calato il sipario sulla 22esima edizione del Premio Nazionale Montiferru, adesso si fanno i conti con i numeri che l’hanno caratterizzata. E sono numeri impietosi, che evidenziano un costante disamore da parte delle istituzioni verso un evento che fino a qualche anno fa portava nel piccolo centro del Montiferru decine di imprenditori, e rappresentava un momento di grande rilevanza mediatica per il territorio. Uno spot pubblicitario che aveva una ricaduta importante sull’economia del paese e di quelli del circondario. Gli organizzatori del Concorso non vogliono fare polemiche. «Non servono», dice Enrico Massidda, segretario generale della Camera di Commercio oristanese, ma non nascondono neppure l’amarezza per un evento che langue sempre di più e che, se non si interverrà seriamente per rivalutarlo con un sostegno economico, rischia di essere cancellato. Il rappresentante regionale del circuito nazionale “Città dell’olio”, Salvatore Pintus, durante il convegno per la proclamazione degli oli vincitori, ha lanciato l’ennesimo grido di dolore. «Siamo riusciti a organizzare l’evento a costo di grandi sacrifici – ha detto – se le istituzioni ci credono ancora, questo è il momento di dimostrarlo». Dopo l’assenza dello scorso anno, l’assessore regionale all’Agricoltura, l’oristanese Elisabetta Falchi, ha disertato anche questa edizione. «L’assessore si scusa – ha detto il vice presidente della Camera di commercio di Oristano, Salvatore Nando Faedda – ma impegni precedentemente assunti le hanno impedito di essere qui». Il Premio nazionale Montiferru per un territorio come l’alto oristanese, e per Seneghe in particolare, che è ad alta vocazione olivicola, rappresenta un momento di promozione non solo per l’extravergine di oliva, giudicato da anni da tecnici e consumatori di eccellente qualità, ma anche per gli altri prodotti dell’agroalimentare, che senza l’importante vetrina perdono la visibilità che garantiva l’evento. La cancellazione della Provincia, che concorreva con circa 15mila euro alla sua realizzazione, rischia di dargli il colpo di grazia.
Piero Marongiu