La Nuova Sardegna

Oristano

Una caparra che ferma la beneficienza

di Caterina Cossu

Gli amici di una ragazza malata cercano di raccogliere fondi: ma c’è un ostacolo forse insormontabile

09 maggio 2015
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ORISTANO. Una serata di beneficienza per raccogliere fondi in favore di Katia, una ragazza affetta da una rara malattia che si chiama Sindrome di Men. Lei, di raccolte fondi, ne ha lanciate da sola già più d'una. Ma ora che le sue condizioni impongono di varcare i confini dell'oceano e arrivare fino agli Stati Uniti, alla ricerca di una cura salvavita, sono stati i suoi amici a voler fare un gesto di solidarietà per lei. Alla ricerca delle indispensabili risorse.

«Non abbiamo soldi, così abbiamo iniziato a muoverci in lungo e in largo qualche mese fa. Abbiamo trovato 12 gruppi disposti a suonare gratuitamente, un service che ci sarebbe venuto incontro in qualche modo, persino un presentatore d'eccezione per la serata - racconta Gianluca Contini, che è amico di Katia da oltre 15 anni -. Non spendere nulla per dedicare ogni centesimo alle cure di Katia e tutto si stava incastrando alla perfezione, mancava solo il posto. Così abbiamo pensato al Comune e al teatro Garau. Ma non avremmo mai potuto immaginare che proprio una struttura della nostra città ci avrebbe messo i bastoni tra le ruote».

La richiesta è stata presentata all'ufficio comunale Cultura e spettacolo, dove gli amici di Katia hanno però avuto l'amara sorpresa. Per organizzare un evento al Garau è necessario sborsare 500 euro a titolo di caparra di cauzione. Non una grossa cifra, ma comunque un ostacolo insormontabile.

«Non potevamo crederci, noi senza soldi e che stavamo facendo richiesta per un evento di raccolta fondi a scopo benefico e il Comune che ci ha chiesto la caparra - continua Giovanni Contini -. Ovviamente, i soldi non li abbiamo. E a nulla è valso spiegare al Comune che non avremmo mai potuto trovarli».

Il tentativo di avere udienza dagli amministratori non è andato a buon fine: «Ho anche scritto al sindaco Guido Tendas tre settimane fa per spiegargli la situazione e convincerlo a concederci il teatro – spiega ancora Giovanni Contini –, ho messo nella lettera tutti i miei recapiti, ma non mi ha mai risposto».

Si tratta però di uno stop burocratico all'ordine del giorno, a meno che non sia il Comune stesso a decidere di patrocinare e sponsorizzare l'evento accollandosi la spesa. «Non so nulla di questo caso specifico e non posso esprimermi. Ma posso affermare che l'iter della pratica sembra abbia ripercorso le normali tappe - spiega l'assessore competente, Emilio Naitza -. Concedere il teatro Antonio Garau per un evento comporta per l'amministrazione dei costi, anche quelli di garantire che la struttura sia restituita alla collettività senza danni. Fosse per me, l'avrei anche concesso per un evento di beneficienza a titolo gratuito. Il punto però è che quando il Comune decide di patrocinare un evento, deve pensare al fatto che il teatro è un servizio per la collettività e che quell'evento deve essere di interesse per tutti».

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