La Nuova Sardegna

Oristano

Porto Alabe, sul rio Jana troppa schiuma e reflui

A Tresnuraghes fa discutere la poca salubrità del fiume che arriva alla spiaggia L’assenza di collettore fognario impedisce il trattamento delle acque nere

01 luglio 2015
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TRESNURAGHES. Temperature estive, sabbia che scotta, mare piatto e cristallino: l’estate mediterranea bacia anche la splendida costa di Tresnuraghes, dove arrivano i primi bagnanti. Con all’orizzonte però già qualche nuvola temporalesca. «Transito di schiuma due volte a giorno e sempre allo stesso orario» questo quanto ha riscontrato nei giorni scorsi un residente vicino alla foce del rio Jana, che incontra il mare sulla fascia sinistra della spiaggia di Porto Alabe.

«Ogni anno, puntualmente, si manifesta sempre lo stesso fenomeno» segnala quindi preoccupato in una mail inviata al nostro giornale, insieme ad una serie di considerazioni e quesiti sulle cause del problema, Andrea Berti, che a Porto Alabe ha comprato casa qualche anno fa. Località balneare quella di Tresnuraghes dove si utilizzano ancora le fosse settiche e non esiste un impianto di trattamento delle acque nere, il cruciale nodo che sembra emergere anche questa estate. Problema che per il sindaco Salvatore Angelo Zedda sarà superato solo con il collettamento della rete fognaria (per buona parte da costruire nella frazione) al depuratore consortile di Bosa.

Il progetto è finanziato da Abbanoa con svariati milioni di euro ed il cui iter è già avviato, anche se «i lavori inizieranno probabilmente tra sei, sette mesi. Questi i tempi», spiega il primo cittadino. Che si prepara all’ennesima calda estate non solo climatica a Porto Alabe, a partire dalla situazione del rio Jana. Che a monte riceve anche le acque del depuratore di Magomadas «Assolutamente a norma, ho tutti i dati a disposizione» mentre a valle «è accertato che l’inquinamento del ruscello inizia dalla zona vicina al villaggio Alabe. Dove gli autospurgo hanno già iniziato a portare via i reflui dalle fosse settiche» afferma Zedda. «Su diverse migliaia di metri cubi erogati, circa cinquemila, se ne smaltiscono poi con gli autospurgo solo cinquecento ogni stagione. Dove va a finire il resto? Questo abbiamo segnalato anche alla Procura», aggiunge poi il primo cittadino. A fine mandato l’amministrazione guidata da Antonio Cinellu aveva ipotizzato, per evitare anche i corposi costi dello smaltimento su ruote e conferimento per il trattamento, la costruzione di un mini depuratore, stanziando 90.000 euro. «Con tutti i vincoli che ci sono in quest’area è impossibile, l’unica strada percorribile è quella del collettamento, come ho detto anche al presidente Pigliaru nella sua visita a Bosa qualche giorno fa», mentre alla foce del rio Jana «Resta, come per qualsiasi altro corso d’acqua d’Italia, cartelli presenti o meno, il divieto di balneazione», conclude Salvatore Angelo Zedda.

Alessandro Farina

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