La Nuova Sardegna

Oristano

Pesca una pinna nobilis e non la ributta in mare: multa di 4mila euro

Una nacchera fotografata nel mare della Sardegna
Una nacchera fotografata nel mare della Sardegna

Mazzata del Corpo forestale su un sub dilettante di 56 anni che a Su Pallosu ha prelevato una nacchera, una specie protetta di cui è vietata la pesca, e ha esibito la preda in spiaggia nonostante le proteste dei bagnanti

12 settembre 2015
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ORISTANO. Ha pescato una "pinna nobilis", il grande bivalve più conosciuto come nacchera, e l'ha esibita con orgoglio nonostante l'invito a ributtarla in mare da parte di alcuni bagnanti che gli hanno spiegato che si tratta di una specie protetta. Un invito a cui il pescatore ha risposto con un rifiuto che gli è costato caro: una multa di 4mila euro.

Il protagonista è un sub dilettante di Oristano, di 56 anni. Uno dei bagnanti, che durante la sua esibizione lo ha inutilmente invitato a ributtare la pinna nobilis in mare, ha chiamato il Corpo Forestale, che è intervenuto nel giro di pochi minuti e ha denunciato il 56enne per pesca abusiva di specie protetta.

La denuncia vale una multa da 4 mila euro alla quale si aggiunge il sequestro dell'attrezzatura di pesca. Il fatto è avvenuto sulla spiaggia di Su Pallosu.

La "pinna nobilis" è una specie ormai rarissima per la quale è stato disposto il divieto assoluto di pesca. Quello pescato ed esibito dal sub oristanese misurava appena venti centimetri ed era ancora vivo. Proprio per questo diversi bagnanti hanno invitato il sub a ributtarlo in mare. La sua reazione scomposta ha fatto scattare l'allarme alla Forestale. Sul posto è intervenuta quasi subito l'equipaggio dell'imbarcazione Rio 34, che dopo aver riportato in mare la «nacchera» ha provveduto ad identificare e multare il sub.

Nell'ambito di controllo dell'attività di pesca, il personale della Base logistica navale del Corpo Forestale di stanza alla darsena del porto industriale ha anche sequestrato 200 metri di rete da pesca e il relativo sistema di boe che erano state sistemate nei pressi dell'isola di Mal di Ventre all'interno dell'Area marina protetta Sinis Mal di Ventre. In questo caso, però, non è stato possibile identificare i responsabili.

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