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Rivoluzione a Samugheo, i tappeti sardi saranno intrecciati dalle stampanti 3D

Gli antichi telai saranno sostituiti dalle stampanti 3D?
Gli antichi telai saranno sostituiti dalle stampanti 3D?

Tecnologia e tradizione, esperimento al museo Murats. Il know-how sarà fornito dalla rete globale dei Fab Lab

21 ottobre 2015
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SAMUGHEO. Sabato 24 dalle 10 alle 17 al Murats (Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda) la tradizione incontra la tecnologia. Il museo ospiterà dei laboratori con le stampanti 3D per la realizzazioni di oggetti dell’artigianato sardo, un evento dedicato alla fabbricazione digitale, ai "makers" ed in particolare all'applicazione di questo approccio alla produzione in campo tessile. I makers sono gli artigiani del futuro, progettisti e realizzatori digitali protagonisti di una realtà che sta cambiando il mondo del lavoro attraverso percorsi alternativi alla produzione tradizionale. Un mondo che può portare nuove idee al mercato del lavoro e rivitalizzare la grande tradizione artigianale dell’isola, con nuovi modelli di produzione.

Business, manualità e tecnologia, collaborazione, design e sostenibilità. Parte da qui la terza rivoluzione industriale dei makers, che si organizzano nei laboratori di fabbricazione digitale e nelle comunità virtuali anche in Sardegna, a Sassari, Nuoro e Olbia. L’obbiettivo dei Fab Lab è quello di costituire un luogo in cui ogni individuo può creare da se un ampia gamma di oggetti, dalla creazione digitale alla realizzazione materiale dell’oggetto, dal virtuale al reale, sperimentando e generando sistemi di apprendimento di nuove tecnologie e delle loro effettive applicazioni nella vita quotidiana.

I Fab Lab, laboratori di fabbricazione digitale diffusi in tutto il mondo, lavorano per creare un accesso il più possibile esteso ai moderni strumenti di invenzione. Sono nati al Center for Bits and Atoms (CBA) Presso il MIT negli Usa, e sono diventati in breve tempo una rete collaborativa e globale di progettazione estesa. Dalle 10 fino alle 17 si susseguiranno, oltre alla presentazione del progetto di promozione turistica dell'unione del Barigadu, le presentazioni dei Fab Lab di Sassari e di Nuoro e gli approfondimenti relativi ai progetti di oggetti di arredo, di ceramica e di design ecosostenibile.

La giornata si aprirà alle 10 con la presentazione del progetto su “Nuove immagini fruitive del territorio”, per la promozione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale sardo. Alle 10,30 si entrerà nel vivo della progettazione e della fabbricazione digitale con la proiezione delle iniziative a cura di Sardegna Ricerche. Il laboratorio di fabbricazione digitale di Sassari mostrerà come realizzare oggetti di arredo in legno dal design ecostenibile e prototipi di ceramiche parametriche (attraverso parametri numerici su cui si può intervenire per modificare il prodotto). Mentre il Laboratorio di fabbricazione digitale di Nuoro mostrerà una parte interessante del rapporto tra tradizione e innovazione; il funzionamento del telaio a controllo numerico. Fino al pomeriggio ci sarà spazio per incontri e laboratori creativi con le nuove tecnologie.

Sabato al museo Murats si inaugura anche “Calpesta la guerra. Tappeti di guerra Afghani”, realizzata dalla collaborazione tra il Murats, la Banca di Sassari e la Coooper Action Onlus. La mostra, visitabile fino al 17 gennaio, in questi ultimi mesi è stata esposta al Mart di Rovereto e all’Expo di Milano raccogliendo notevole interesse e ha avuto un’anteprima il 3 a Sassari per “Invito a Palazzo”, la manifestazione che apre al pubblico il patrimonio artistico delle banche.

«La mostra ha una doppia valenza e livello di lettura, la prima, quella più evidente, è la denuncia sociale sullo stato in cui si trovavo Paesi come l’Afghanistan dove le condizioni di vita sono peggiori per i più deboli che vedono stravolte le loro vite senza avere coscienza reale del perché – ha detto il direttore del Murats Baingio Cuccu –. La seconda è più antropologica, e riguarda il ruolo svolto della tessitura nella storia dei popoli che l’hanno praticata e la praticano tuttora. La tessitura fin dai primordi è considerata un luogo in cui trasferire la propria visione del mondo, diventando una sorta di diario, anche fotografico». 

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