La Nuova Sardegna

Oristano

minori contesi

I giudici romeni: «La bimba torni dal padre»

Accolta la richiesta di un padre oristanese: la figlia portata via dalla madre quasi due anni fa

22 ottobre 2015
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ORISTANO. La strada verso casa è lunga, ma non è più troppo distante nel tempo. Dopo aver battuto diverse piste e aver atteso due anni, l’oristanese A.P, 42 anni, è a un passo dal rivedere la sua figlioletta. La bimba che oggi ha quasi quattro anni era stata portata in Romania dalla madre di 27 anni, che all’improvviso aveva deciso di andar via dalla Sardegna, dimenticando o ignorando del tutto le leggi che impediscono la sottrazione di un minore all’altro genitore. Dopo svariati tentativi di mettersi in contatto con la propria bambina, con la moglie – il matrimonio era stato celebrato in Romania e mai ratificato in Italia – e con i familiari di quest’ultima, A.P non aveva avuto altra scelta se non quella di rivolgersi al tribunale.

L’avvocato Danilo Marras aveva presentato una denuncia in procura ad Oristano, dalla quale era scaturita l’indagine del pubblico ministero Paolo De Falco. Contemporaneamente, in attesa che anche la giustizia penale faccia il suo corso, erano stati attivati altri canali affinché la bambina potesse fare rientro in Italia da subito. La battaglia non è stata semplice, visto che la richiesta di rimpatrio era stata inoltrata nel luglio del 2014 unitamente al ricorso per la decadenza dalla potestà genitoriale della madre. E proprio a seguito di questa azione legale, il caso era finito sul tavolo dei giudici del tribunale di Bucarest che, nei giorni scorsi, hanno accolto la richiesta del padre della bimba e disposto il suo ritorno nella residenza abituale in Italia, quindi a Oristano dal padre. Lo stesso tribunale romeno, dove per il padre oristanese ha agito l’avvocato Mario Antico, ha fissato il termine di esecuzione dell’obbligo di rimpatrio in due settimane.

Le difficoltà però potrebbero non essere finite, perché non sempre in casi del genere, le decisioni vengono accettate in maniera indolore. Nel caso di un rifiuto il padre è autorizzato a riportare la figlia in Italia, personalmente o tramite un proprio rappresentante. La procedura prevede che A.P. abbia un’assistenza in Romania, mentre alla madre è consentito il ricorso entro dieci giorni dalla comunicazione alla Corte di appello di Bucarest. Il passo estremo potrebbe essere addirittura l’intervento dell’interpol, passo che si spera di non dover compiere.

Intanto queste due settimane di attesa diventano infinite, proprio per tutti questi problemi uniti alla consapevolezza che sinora le difficoltà incontrate sono state enormi. (e.c.)

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