La Nuova Sardegna

Oristano

Nurachi, incendio distrugge un casolare

Nurachi, incendio distrugge un casolare

NURACHI. Qualcuno sorpassa la recinzione senza difficoltà, poi fa partire l’incendio che manda in cenere un casolare di proprietà di Vittorio Sardu, pensionato di 65 anni. A bruciare nella località...

09 novembre 2015
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NURACHI. Qualcuno sorpassa la recinzione senza difficoltà, poi fa partire l’incendio che manda in cenere un casolare di proprietà di Vittorio Sardu, pensionato di 65 anni. A bruciare nella località denominata Lorissa, oltre alle mura e alla copertura in amianto del casolare, sono state anche 150 presse di foraggio quindici sacchi di grano e orzo da quaranta chili ciascuno, attrezzatura da campagna e medicinali per il bestiame. Il danno è di alcune migliaia di euro, ma il vero problema per i carabinieri della stazione di Riola Sardo e della Radiomobile della Compagnia di Oristano che stanno seguendo le indagini è scoprire perché il pensionato sia finito nel mirino.

I dubbi sul fatto che si sia trattato di un incendio doloso e quindi appiccato volontariamente sono pressoché nulli. I vigili del fuoco hanno faticato per quasi tre ore prima di aver ragione delle fiamme nelle primissime ore del mattino di ieri, quando il sole ancora non era spuntato. Poi sono iniziati gli accertamenti e, stando all’immediato sopralluogo, pare che più di una persona possa aver fatto ingresso nel piccolo podere dove Vittorio Sardu tiene qualche animale e coltiva un orto e un frutteto, un’attività che svolge per impegnare le giornate e alla quale dedica parecchio tempo, visto che non svolge una vita sociale particolarmente attiva. In paese lo descrivono come una persona piuttosto solitaria. Certo è che nessuno si aspettava che potesse avere dei nemici disposti a colpirlo in modo così pesante.

I carabinieri stanno per prima cosa cercando di ricostruire i rapporti con i vicini di campagna o con altre persone per capire come mai si sia arrivati a compiere la vendetta. Nessuno al momento pare abbia notato movimenti sospetti, perché gli incendiari hanno agito coperti dal silenzio e dall’oscurità.

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