La Nuova Sardegna

Oristano

Immobili e pignoramenti, piange anche l’inquilino

di Michela Cuccu
Immobili e pignoramenti, piange anche l’inquilino

Quando una casa finisce all’asta, chi è in affitto è costretto ad andare via La storia di un'impresa che dava lavoro a venti persone e ora è in grave difficoltà

02 dicembre 2015
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CABRAS. Se la casa finisce all’asta anche gli inquilini, in affitto, devono andar via. Le norme rigide non favoriscono chi si ritrova pur non volendolo in una situazione di emergenza. Ne sanno qualcosa le quattro famiglie che abitano in una palazzina di via Nuoro.

Ieri il condominio, ha ricevuto la visita dell’Ufficiale giudiziario, inviato dal Tribunale e di un funzionario dell’Istituto vendite giudiziarie, società privata che per conto del Tribunale si occupa dell’amministrazione e custodia dei beni immobili.

Lo sgombero previsto per questa settimana è stato rinviato di due mesi. «È fissato per gennaio», spiega l’avvocato Riccardo Crovi, legale della società di Cabras, proprietaria dello stabile pignorato dalla banca per una vicenda di mutui non completamente saldati, con un debito salito alle stelle, ma anche di vendite all’asta a prezzi “stracciati”.

«Con le vendite all’asta gli immobili pignorati dalla banca vengono acquistati ad un prezzo straordinariamente inferiore al loro reale valore: se la prima vendita va deserta, le successive vanno avanti con sconti del 25 per cento».

È una vicenda che rivela uno dei lati più drammatici della crisi dell’edilizia che in questi anni ha fatto strage di imprese che da floride, possono diventare nell’arco di pochi mesi “insolventi”, termine tecnico con il quale, gli istituti bancari definiscono coloro che non sono in grado di pagare il proprio debito.

E se nell’edificio in vendita ci sono inquilini, l’ Istituto per le vendite giudiziarie li fa sgomberare.

«È il giudice che lo decide – spiega ancora l’avvocato – in quanto, si ritiene che la presenza di inquilini che occupano lo stabile all’asta possa ostacolarne la vendita».

Insomma, sono in tanti a pagare le conseguenze. L’impresa, protagonista della vicenda, ha in corso una battaglia legale con la banca. Si tratta infatti di una delle decine di vicende di presunti contratti bancari irregolari verificate attraverso le perizie svolte dall’osservatorio dell’Associazione piccoli proprietari case.

I periti avrebbero ad esempio scoperto che un nucleo di appartamenti realizzati dall’impresa a San Teodoro è stato messo all’asta a seguito di un precetto di appena 24mila euro. Cifre non impossibili, ma che diventano insormontabili quando inserite nei procedimenti giudiziari. O quando lievitano per via degli interessi.

Paolo, ingegnere, 35 anni, è il figlio del proprietario della società finita nei guai. Anche lui, affittuario di una parte della palazzina dove aveva avviato una attività di affittacamere, dovrà sgomberare.

«Così perderò la casa e anche il lavoro», dice. Racconta la crisi dell’azienda di famiglia, che dava lavoro, nei momenti migliori, anche a venti persone, fra dipendenti e indotto.

«Costruivamo in diverse zone della Sardegna, anche in Gallura. Le banche per anni ci hanno assicurato i finanziamenti. Finchè il mercato immobiliare “tirava” le cose procedevano senza intoppi. Poi, è stata la crisi. Le aziende hanno chiuso, persone hanno perso il lavoro, i mutui per l’acquisto delle case non sono stati più concessi alle famiglie. Da anni non vendiamo più nulla. O meglio, le vendite avvengono attraverso le aste degli immobili che ci hanno pignorato e che ovviamente vengono acquistati a prezzi decisamente diversi dal loro valore».

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