La Nuova Sardegna

Oristano

Ristrutturazioni in Curia, esenzione per 31mila euro

di Enrico Carta
Ristrutturazioni in Curia, esenzione per 31mila euro

La Chiesa deve procedere a una serie di lavori per gli edifici di sua proprietà Ha chiesto e ottenuto dal Comune di non pagare la quota per i canoni concessori

16 dicembre 2015
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ORISTANO. L’abito non fa il monaco, ma sicuramente fa brillare gli occhi al Comune. Chi pensava di rivedere nell’elezione a sindaco dell’ex comunista Guido Tendas una riedizione in salsa oristanese della saga di Peppone e Don Camillo, si è già ricreduto da tempo. Che tra il primo cittadino e la Curia ci sia del feeling è ormai chiaro a tutti e non certo dopo l’ultimo accordo in vista per un passaggio pedonale che colleghi il centro storico direttamente a via Cagliari attraversando gli edifici della Curia. E comunque che questo feeling porti a conseguenze nefaste è tutto da dimostrare a giochi fatti. Per ora il giudizio deve rimanere sospeso.

Intanto però salta fuori anche una decisione presa qualche mese fa dalla giunta comunale che l’ha votata all’unanimità. Dal punto di vista del diritto è una decisione ineccepibile, ma magari qualcuno potrebbe obiettare che sia poco tempestiva visti i tempi di crisi che coinvolgono un po’ tutti. È successo che la Curia, che deve eseguire dei lavori di ristrutturazione nell’edificio che si trova proprio tra via Cagliari e via Duomo abbia richiesto all’amministrazione l’esenzione dal pagamento degli oneri concessori, quelli che ciascun privato paga all’amministrazione nel caso in cui debba ristrutturare la propria abitazione.

Le motivazioni sono più che valide e probabilmente anche blindate da alcune sentenze del Consiglio di Stato, visto che il recupero degli edifici servirebbe poi per dare una sede ad alcune associazioni e istituzioni diocesane quali la Caritas, l’Adas, l’Unitalsi o per svolgere attività di tipo catechistico che peraltro hanno già sede in quei locali. Nella documentazione il tecnico che ha operato per conto della Curia sottolinea come le opere di urbanizzazione secondaria che dovranno essere effettuate rivestano «un interesse pubblico», clausola per cui gli edifici ecclesiastici hanno diritto per legge all’esenzione.

E così è arrivato il via libera dalla giunta che probabilmente ha ritenuto di avere le mani legate dal punto di vista giuridico, ma che comunque non pare aver sollevato il dito per ricordare alla Curia, che già gode di notevoli agevolazioni dal punto di vista del pagamento dei tributi, che le casse comunali sono perennemente all’asciutto e che proprio da questi canoni concessori e da altre tassazioni riescono a trovare quel po’ di ossigeno che consente di vivere boccheggiando di fronte ai trasferimenti dello Stato che si riducono sempre più.

Ad ogni buon conto, le vie del Signore in terra e in cielo sono infinite e quelle oristanesi portano all’esenzione di un onere di 31.704 euro. Mica spiccioli. Ovviamente, nel caso in cui la curia cambi idea e inizi ad utilizzare quei locali per finalità differenti da quelle indicate «di pubblico interesse, ricreative e dal rilevante valore sociale, culturale, educativo e formativo indirizzato ad ampie fasce di popolazione», il Comune potrà immediatamente richiedere la quota per la quale la Chiesa sinora ha beneficiato dell’esenzione.

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