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Ai domiciliari dopo la sparatoria

Ai domiciliari dopo la sparatoria

Massimo Obinu ha fatto ritrovare l’arma. Processo il 24 febbraio

12 gennaio 2016
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SIAMANNA. Ai domiciliari, ma non a casa perché sarebbe a diretto contatto proprio con quei familiari verso la cui abitazione ha fatto fuoco sabato notte. Massimo Obinu, allevatore e agricoltore di 46 anni, non andrà in carcere probabilmente perché ha fatto ritrovare il fucile a canne mozze con cui aveva sparato contro le finestre della casa del fratello in via Cavour dove aveva anche fatto irruzione dopo aver sfondato la porta. Sembrava che volesse regolare i conti per questioni legate alle proprietà di alcuni terreni, ad ogni modo ha scelto la via sbagliata che gli è costata l’arresto dopo alcune rapide trattative con i carabinieri.

Ieri mattina è iniziato il processo per direttissima, con la convalida del fermo da parte del giudice Andrea Mereu. Successivamente l’avvocato difensore Alessandra Borrodde ha richiesto e ottenuto di poter affrontare il processo con il rito abbreviato che si svolgerà il 24 febbraio, mentre molto più accesa è stata la discussione sulla misura cautelare. Il pubblico ministero Rossella Spano ha richiesto l’arresto in carcere, vista la gravità dell’episodio, il numero di reati commessi sabato e i precedenti penali. Alla fine sono arrivati i domiciliari. (e.c.)

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