La Nuova Sardegna

Oristano

Vicino investito, subito i domiciliari per l’aggressore

di Enrico Carta
Vicino investito, subito i domiciliari per l’aggressore

Terralba, il provvedimento arriva dopo l’interrogatorio La difesa: l’ha colpito una volta alla gamba, non in parti vitali

26 gennaio 2016
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TERRALBA. Subito ai domiciliari. Per Marco Meloni, il carrozziere di 34 anni accusato di tentato omicidio, le porte del carcere si aprono dopo l’interrogatorio di garanzia. Di fronte al giudice per le indagini preliminari, Annie Cecile Pinello, l’indagato ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, ma ha chiarito la sua posizione attraverso l’avvocato Gianfranco Siuni e così, esaminati i primi atti, lo stesso giudice ha deciso che non ci fossero gli estremi per prolungare ulteriormente la custodia cautelare in carcere scegliendo invece la detenzione domiciliare.

Venerdì pomeriggio, alla guida della propria auto aveva investito il vicino di casa con il quale i dissidi si erano fatti sempre più pesanti – l’ultimo episodio di contrasto era stata una causa civile nella quale entrambi si disputavano la proprietà di un terreno poi assegnato a Fausto Colombu –. Incontrato quest’ultimo in via Ussedda, strada in cui entrambi abitano, Marco Meloni avrebbe pigiato il piede sull’acceleratore riuscendo così a colpirlo ad una gamba e facendolo finire a terra, poi l’avrebbe inseguito per investirlo nuovamente, ma non ci sarebbe riuscito perché Fausto Colombu avrebbe trovato riparo in una stradina sterrata tra le due abitazioni e quindi in uno spazio tra il muro e un cancello che avrebbe impedito all’auto di colpirlo per la seconda volta.

La versione di Marco Meloni è però discordante. Nelle prime pagine degli atti del pubblico ministero Marco De Crescenzo che si appresta a mettere sotto sequestro la stradina, hanno trovato spazio le versioni della vittima dell’aggressione e della moglie. È stata infatti quest’ultima a chiamare i carabinieri in soccorso del marito spiegando loro anche che lo stesso Fausto Colombu era stato inseguito più volte da Marco Meloni. La difesa ha però evidenziato come la vittima sia stata colpita una sola volta e non in parti vitali, cosa che dovrebbe di per sé valere un cambio di imputazione. Tanto più che la diagnosi parla di lesioni per una decina di giorni di cure. L’avvocato Gianfranco Siuni ha quindi chiesto la scarcerazione del suo assistito, sostenendo che nemmeno ci fosse la volontarietà del gesto o che comunque ci si trovi davanti a delle lesioni semplici e non a un tentato omicidio.

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