La Nuova Sardegna

Oristano

Il capanno recuperato, pezzo di storia che torna

di Claudio Zoccheddu
Il capanno recuperato, pezzo di storia che torna

Cabras, il manufatto di falasco tra gli ultimi superstiti delle strutture dei pescatori L’intervento ha lo scopo di valorizzare l’oasi di Seu con la torre spagnola

14 febbraio 2016
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CABRAS. È uno degli ultimi e tra qualche giorno ritornerà in perfetta forma. Il capanno di falasco che fa la guardia all’oasi di Seu è quasi pronto a indossare ancora una volta i panni delle grandi occasioni grazie al progetto S&T Med, un intervento cofinanziato dall’Unione europea attraverso il programma “Bacino del Mediterraneo” finanziato tra il 2007-2013.

Il progetto prevedeva la sistemazione di tre edifici realizzati nel comune di Cabras: il centro polifunzionale di via Tharros, l’ostello della gioventù di Funtana Meiga e, appunto, il capanno di falasco dell’oasi di Seu.

Gli interventi sono stati curati dallo studio “Stilò architetti” di Torino dell’architetto oristanese Antonello Loi: «Abbiamo sistemato il tetto del capanno, con l’aggiunta del falasco nelle sezioni in cui si era deteriorato e sistemato gli interni della struttura. L’intervento sarà completato tra qualche giorno». Il salto indietro nel tempo fino a quando le capanne erano una caratteristica della zona, apprezzata o contestata a seconda dei punti di vista, sarà completato molto presto e restituirà alla costa del Sinis uno degli antichi manufatti costruiti dai pescatori per trovare rifugio dopo le battute nel mare di San Giovanni e Capo San Marco.

Nel corso degli anni, per incuria o per colpa di sfortunate casualità, anche le poche capanne che erano sfuggite alle demolizioni degli anni ’80 sono state incendiate e sono ormai irrecuperabili.

All’incuria e agli eventi dovuti all’uomo si è però salvato il capanno di Seu, oggetto però di tanti atti vandalici. Adesso la speranza è che il recupero non risvegli l’istinto vandalico di chi aveva deciso di ammazzare il tempo danneggiando il capanno di falasco e cemento.

Sulla zona, infatti, è prevista la sorveglianza delle videocamere che varranno installate lungo la costa e che si occuperanno del monitoraggio dell’ambiente ma anche del controllo del territorio e delle strutture. Una volta terminati i lavori, bisognerà capire come valorizzare il capanno. È verosimile pensare che sarà inserita nel circuito che comprende la “Casa del parco di Seu”, la vecchia torre spagnola sul promontorio e un altro stabile a ridosso della torre. Tutto insieme potrebbe fare sistema e recuperare il parco di Seu alla fruizione turistica, uno degli obiettivi dell’amministrazione di Cabras e dell’Area marina protetta.

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