La Nuova Sardegna

BOSA. Di chi è il corpo della donna, in avanzato stato di decomposizione e in parte scheletrito, ritrovato nella mattinata di mercoledì da un pescatore dilettante tra gli scogli dell’impervio tratto di costa fra Capo Marrargiu ed il promontorio di Su Caule? A questa domanda cercano di dare risposta, i Carabinieri della Compagnia di Macomer e quelli della stazione di Bosa. Complesse le fasi del recupero della salma, la scogliera di Su Caule è i molto difficile da raggiungere via terra, attraverso i impervi sentieri che si diramano dalla asfaltata Bosa - Alghero. Per questo mercoledì è stato necessario richiedere l’intervento di un gommone e degli operatori Opsa del Comitato Locale della Croce Rossa di Bosa. Che non potendo raggiungere la riva hanno dovuto immergersi e collocare il corpo sulla barella galleggiante, per poterlo poi issare a bordo del gommone e raggiungere nel tardo pomeriggio lo scalo fluviale di S’Isula, nella città del Temo. Sul fronte delle indagini gli unici elementi emersi sono che la donna fosse piuttosto alta, di razza bianca, e portasse un paio di jeans e delle scarpe col tacco. Mentre dall’ispezione sul corpo e sui vestiti eseguita in obitorio a Bosa mercoledì sera non sono emersi a quanto pare elementi che possano dare indicazioni utili per risalire ad una possibile identità. L’unico dato certo è che la donna non aveva ferite che possano far ricondurre ad una morte violenta. Difficile stabilire da quale zona del Mediterraneo possa essere arrivato il corpo; l’ipotesi principale è che il cadavere approdato sulla costa come quello rinvenuto saponificato a Tentizzos a metà gennaio, sia stato trasportato da correnti. Il lavoro continua con il vaglio dell’elenco di persone scomparse in Sardegna, come di notizie di dispersi sulle coste del Mediterraneo, da Corsica, Francia e Spagna ad esempio.(al.fa.)