La Nuova Sardegna

Oristano

Niente cura per un malato L’ospedale non ha i soldi

di Claudio Zoccheddu
Niente cura per un malato L’ospedale non ha i soldi

San Vero Milis, la denuncia di un uomo affetto da epatite, in attesa da gennaio Il Santissima Annunziata di Sassari non ha i fondi per acquistare i due farmaci

24 marzo 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SAN VERO MILIS. La cura sarebbe dovuta iniziare il 22 gennaio. Luigi Caria, malato di epatite, avrebbe dovuto assumere due farmaci contro le infiammazioni al fegato riscontrate durante le visite a cui si sottopone regolarmente all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Una cura robusta a base di Sovaldi e Copegus, due medicinali che Caria avrebbe dovuto assumere in un ciclo di 28 settimane a partire dalla fine di gennaio. Perlomeno era questo quello che era stato detto al paziente di San Vero Milis nel reperto di malattie infettive dell’ospedale di Sassari e, sulla fiducia, Luigi Caria aveva iniziato l’attesa di un farmaco a cui non potrebbe rinunciare per via della sua malattia. Un’attesa molto più lunga del previsto dato che dopo più di due mesi ancora non è finita. Prima sono passati gli ultimi giorni di gennaio, poi è arrivato febbraio, poi marzo e ieri il paziente ha deciso di rendere pubblica una storia che potrebbe costargli la vita: «Mi avevano prescritto un ciclo di farmaci per combattere l’epatite. Era la fine di gennaio quando mi hanno comunicato che avrei dovuto affrontare 28 settimane di cure a base di Sovaldi e di Copegus. Sono passati più di due mesi da quando il dottor Francesco Bandiera mi aveva rassicurato dicendo che l’ospedale stava cercando i fondi per acquistare le medicine e che una volta trovati i soldi avrei iniziato la mia cura. Ho aspettato il più possibile e adesso ho paura che il fegato si gonfi e che un’attesa così lunga possa costarmi cara». Il pensiero di aggirare l’ospedale e di acquistare le medicine da privato cittadino non può nemmeno sfiorare Luigi Caria dato che una singola terapia dovrebbe costare circa 60mila euro, una cifra lontana dalle possibilità di un paziente che ha un quadro clinico decisamente complicato: «Mi sono stati trapiantati un rene e il pancreas – spiega ancora Luigi Caria –, e durante una vista di controllo a Roma ho preso l’epatite C, forse per colpa di una trasfusione. Adesso sto sempre peggio e sapere che non posso curare il fegato perché l’ospedale non ha soldi non mi aiuta. Anzi». La prossima tappa del calvario clinico del paziente di San Vero Milis è fissata per il 19 maggio a Padova: «Ho un altro controllo. Quando mi chiederanno perché non ho iniziato la cura contro l’epatite dirò che a Sassari non hanno soldi e che i pazienti si sono dovuti arrangiare». Una risposta che non gioverà alla salute di Luigi Caria e alla reputazione di un sistema ospedaliero in evidente difficoltà.

In Primo Piano
La sentenza

La Corte Costituzionale cassa le “norme estranee” fra quelle sanitarie che la Regione aveva inserito nella legge di stabilità 2023

Le nostre iniziative