Ecco il Museo del mare, archeologia e ambiente
Terralba, completati i lavori di sistemazione che valorizzano il sito preistorico Ospitato anche il Centro di documentazione delle zone umide dell’Oristanese
TERRALBA. Il Museo del mare è pronto. Consegnati dalla ditta aggiudicataria dell’appalto i lavori della struttura museale di Marceddì, il borgo marino della cittadina, che ora è stata rimessa a nuovo ed è pronta all’uso. Soddisfazione in municipio per la conclusione dei lavori: «Grazie al finanziamento di 164mila euro della Regione e il cofinanziamento comunale si sono potuti realizzare questi lavori e ora il museo è davvero pronto per gli usi espositivi e culturali per cui è nato» spiega il sindaco Pietro Paolo Piras. Ma quali sono le migliorie che si sono potute realizzare? Innanzitutto sono stati risanati i muri esterni dallo stato di degrado dovuto all’umidità e sono stati impermeabilizzati, è stato completato l’impianto elettrico, rimessi a nuovo i soffitti in muratura degli interni che si stavano degradando. Inoltre sono stati acquistati e posizionati gli arredi del museo, come piani espositivi, bacheche, sedie e tavoli per la sala conferenze, e realizzata una passerella in acciaio e cemento presso l’area archeologica interna al museo per visionarla dall’alto senza deteriorarla. Ma come verrà utilizzata la struttura? Al piano terra ci sarà la sala conferenze, usata per attività culturali e di divulgazione, e una sala espositiva, mentre al piano superiore ci sarà l’ufficio per la gestione del Sito di interesse comunitario, visto che Marceddì fa parte della rete Natura 2000, oltre alla biblioteca e centro documentazione. Non solo museo archeologico quindi, nonostante questo contenga al suo interno un sito interessato da diversi scavi, ma la struttura avrà una forte impronta naturalistica. L’edificio del Museo del mare verrà utilizzato come Centro visita, dove verranno allestiti gli spazi di accoglienza e informazione e quelli di visita, per i turisti e i cittadini. Importanti poi gli uffici dell’ente gestore, ai quali saranno affiancati una sala dedicata alla creazione del Centro di documentazione delle zone umide del Golfo di Oristano. L’obbiettivo resta comunque quello di promuovere il territorio e le sue specificità. Ma come nasce il museo? La presenza di un insediamento preistorico nell’area di Sa Punta era nota già dal 1955, in seguito al rinvenimento di manufatti in ceramica e in pietra accanto alla caserma della Guardia di finanza, nei cui locali ristrutturati è ora presente il museo. Ulteriori testimonianze si ebbero anche negli anni ’70, poi nel dicembre del 2004 i lavori per la ristrutturazione dell'ex caserma hanno portato alla luce alcuni reperti, rendendo necessario un intervento di scavo. Ad essere portata alla luce è una struttura infossata nel calcare, un piano di ciottolato che risale alle fasi finali del Neolitico Antico (VI millennio a.C.), e di cui un tratto potrebbe estendersi sotto la chiesa.