La Nuova Sardegna

Oristano

Consiglieri in permesso, frenata sui rimborsi

di Enrico Carta
Consiglieri in permesso, frenata sui rimborsi

La legge sugli enti locali pone limiti al pagamento a carico del Comune Perplesso qualcuno dei lavoratori dipendenti che siede a palazzo degli Scolopi

01 aprile 2016
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ORISTANO. La legge sul riordino degli enti locali fa tremare mezzo consiglio comunale. Una norma, ancora tutta da chiarire, farebbe di colpo sparire il permesso retribuito per quei consiglieri che ne usufruiscono nel caso in cui si assentino dal lavoro nella giornata che coincide con quella in cui si svolgono le sedute dello stesso Consiglio. Il segretario generale Luigi Mele, leggendo la legge regionale, ha posto il problema al presidente dell’assemblea Marco Cossu. Il dirigente ha infatti prospettato la possibilità che la norma modifichi l’applicazione del permesso retribuito e questo ha destabilizzato gli animi di una parte dei componenti dell’assemblea civica. Qualche consigliere, in particolare chi ha un lavoro da dipendente pubblico o privato, pare non l’abbia presa benissimo tanto da arrivare a chiedere che le sedute del Consiglio si svolgano solo di mattina. Proposta che a tanti altri consiglieri, professionisti e chi lavora in proprio, risulta inaccettabile.

Il problema è nato di fronte all’interpretazione della norma. Essendo la Sardegna una Regione a statuto speciale è sovrana nelle decisioni su questi argomenti. Sino all’approvazione della nuova legge veniva garantito il permesso retribuito per l’intera giornata che coincideva con quella in cui si svolgeva il consiglio comunale. L’esempio concreto rende meglio l’idea: se il lavoratore terminava il suo servizio alle 14 e il Consiglio era fissato per le 18, quegli poteva comunque usufruire del permesso retribuito. In tal caso, a pagare l’azienda privata ci ha sempre pensato il Comune, mentre per i dipendenti pubblici il problema non si pone perché comunque i soldi escono sempre dalle stesse casse ovvero quelle statali. In questo caso è una sorta di partita di giro, per cui a pagare è comunque lo stesso soggetto.

Questo era quel che accadeva in passato. Ma è ancora valido? Il dubbio è stato posto dal segretario generale Luigi Mele che sostiene che da ora in avanti anche per i consigli comunali sardi si debba agire con le stesse regole utilizzate in ambito nazionale: il permesso retribuito è valido solamente se l’orario del consiglio comunale coincide con quello lavorativo, fatti salvi i tempi per i trasferimenti dalla sede di lavoro qualora questa sia fuori Oristano. Sempre utilizzando un esempio concreto, il lavoratore che termina alle 14 e deve essere in Consiglio alle 18, non avrebbe più diritto al permesso retribuito.

A dipanare la matassa ci penseranno il presidente del consiglio regionale, Gianfranco Ganau, l’assessore agli Enti Locali Cristiano Erriu e l’ufficio legale della Regione al quale scriverà il presidente del consiglio comunale oristanese, Marco Cossu. Se dovesse avere ragione il segretario generale, si prevedono musi lunghi. E problemi.

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