La Nuova Sardegna

Oristano

la decisione in appello

Vittoria per Doddore Meloni: potrà difendersi in “limba”

di Francesco G. Pinna
Vittoria per Doddore Meloni: potrà difendersi in “limba”

ORISTANO. La Corte d'appello di Cagliari ha fatto un passo indietro e, adeguandosi, al recentissimo pronunciamento della Corte di Cassazione ha accolto ieri mattina la richiesta del presidente del...

20 aprile 2016
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ORISTANO. La Corte d'appello di Cagliari ha fatto un passo indietro e, adeguandosi, al recentissimo pronunciamento della Corte di Cassazione ha accolto ieri mattina la richiesta del presidente del movimento indipendentista Meris Salvatore Meloni di potersi difendere in lingua sarda dall'accusa di bancarotta fraudolenta per la quale è stato condannato in primo grado a cinque anni di reclusione.

Solo qualche settimana fa, in un diverso processo, gli stessi giudici (presidente Antonio Onni, a latere Muscas e Capello), avevano infatti respinto la stessa richiesta.

Ieri invece a dire di no è rimasto solo il pubblico ministero Alessandra Pelagatti, ma le sue argomentazioni contro l'uso del sardo nei tribunali dello Stato italiano sono state respinte.

Secondo l'avvocato Cristina Puddu, difensore di Meloni, i giudici di Cagliari non potevano fare diversamente.

«La sentenza della Cassazione non lasciava alternative», ha spiegato ricordando che i giudici romani hanno stabilito che Salvatore Meloni, e assieme a lui tutti i sardi che lo chiederanno, ha diritto a difendersi in sardo e ad avere un interprete che lo assista in giudizio anche se capisce e parla correttamente l'italiano e che se questo diritto non viene rispettato la sentenza e qualsiasi altro provvedimento devono essere considerati nulli.

«La legge - ha aggiunto l'avvocato Puddu - non tutela la persona ma la lingua».

«I giudici mi hanno chiesto perché insistevo tanto a chiedere di parlare in sardo visto che capisco e parlo correttamente l'italiano e ho risposto, senza dire mezza parola in italiano, che non lo faccio per me, ma per la mia lingua» ha spiegato raggiante Doddore Meloni al termine dell'udienza ricordando che è la prima volta che una corte d'Appello riconosce questo diritto e che indietro ormai non si potrà più tornare.

Il processo proseguirà dopo l'estate e alla prossima udienza, fissata per il 4 ottobre, in aula ci sarà anche un interprete.

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