La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, l’irresistibile ascesa dei microbirrifici sardi

di Roberto Petretto
Bosa, l’irresistibile ascesa dei microbirrifici sardi

Al Beer Fest l’analisi incoraggiante del “guru” inglese Rod Jones: «Ottime prospettive: l’isola punti sulla specificità e coltivi qui il proprio luppolo»

25 aprile 2016
3 MINUTI DI LETTURA





BOSA. I colossi della birra industriale cominciano a preoccuparsi, soprattutto in Italia. Cambiano strategie, introducono sul mercato nuovi prodotti e cercano nuove acquisizioni. Il mondo delle birre artigianali è, perdonate il gioco di parole troppo ovvio, in fermento. L’interesse per le birre prodotte in piccoli o piccolissimi stabilimenti, con ingredienti selezionati, procedure pazienti e certosine, gusti originali e caratteristici, è un fenomeno in costante e tumultuosa crescita. Una prova? La folla che ieri pomeriggio ha invaso il centro di Bosa, con comitive arrivate un po’ da tutta la Sardegna, per il Bosa Beer fest. Una seconda prova? Il proliferare di microbirrifici, in Italia e in Sardegna (nell’isola se ne contano almeno una trentina, con dato in costante aggiornamento).

Alla rassegna di Bosa, che con la sua “Fest” di primavera, giunta quest’anno alla seconda edizione, punta a costruirsi un ruolo guida nel mondo dei piccoli produttori di birra, ha partecipato anche il Somellier of the Year dell’Accademia inglese della birra, Rod Jones. Un’autorità nel settore che ha partecipato a confronti con i birrifici sardi presenti alla rassegna, ha analizzato i prodotti proposti al pubblico e parlato delle prospettive del settore.

«In questo momento l’Italia è leader in Europa nel settore dei microbirrifici. La tradizione di qualità italiana, già messa nel vino, viene fuori anche nella produzione di birra. Viene premiato l’impegno dei produttori». Rod Jones è sceso poi nel particolare della situazione sarda: «Ho assaggiato in questi primi giorni una trentina di birre prodotte in Sardegna. Non ne ho trovato una fatta male. Certo, per ora sono piccoli numeri, ma credo che ci sia un futuro molto positivo per i microbirrifici sardi».

Secondo Jones, che è mastro birraio in un importante stabilimento londinese, il Meantime, è in atto «una vera rivoluzione nel mondo del bere: una rivoluzione che parte dal basso, con il consumatore che sempre più chiede un prodotto artigianale e nel contempo rifiuta il prodotto industriale».

Angelo Sanna, un bosano che da anni vive a Londra dove lavora per una ditta che importa in Inghilterra alcuni importanti marchi italiani, dice che di fronte a questa rivoluzione «le industrie della birra si stanno adeguando. Per un verso cercano di rilevare i piccoli birrifici per avere comunque il controllo del mercato. Per un altro introducono nuovi prodotti che per il gusto somigliano a quelli delle birrerie artigianali».

Come possono i produttori sardi inserirsi con maggiore forza in questo business? Secondo Jones puntando sulla specificità: «Ho assaggiato almeno una decina di diversi tipi di malvasia. Questa è Sardegna, non è Italia. E bisogna puntare sulla caratterizzazione che distingua il prodotto che viene dalla Sardegna da quello che viene da altre parti d’Italia». La strada, secondo Jones, è una: «Dovete - ha detto rivolto ai produttori che lo ascoltavano - puntare a produrre qui il vostro luppolo. Solo così darete alle vostre birre una connotazione che le renderà uniche».

Dopo la prima giornata dedicata soprattutto alla formazione e all’aggiornamento dei produttori, il Bosa beer fest è decollato ieri con l’apertura degli stand dei produttori sardi, disseminati sul Lungotemo e di fronte alle antiche conce, intervallati da quelli dei ristoratori e degli operatori economici. Un connubio che ha deliziato i tanti visitatori. Sedici i microbirrifici sardi presenti a cui si sono aggiunti il birrificio Acelum di Castelucucco Treviso (e nel riquadro qui a fianco viene spiegato perché) e il Meantime di Londra, di cui Rod Jones è il mastro birraio.

Oggi si continua, con un’altra giornata da gusto e divertimento, nello scenario del borgo di Bosa e nel pieno di un’operazione di promozione che riempie alberghi, b&b, ristoranti e bar anche nel periodo di bassa stagione. Un’operazione che, preannunciano gli organizzatori, in futuro dovrebbe riservare altre importanti sorprese.

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative