La Nuova Sardegna

Oristano

Sedilo, il 4 giugno la Fiera del formaggio

di Michela Cuccu
Sedilo, il 4 giugno la Fiera del formaggio

La prima rassegna provinciale coinvolge Coldiretti e Slow food e prevede molti eventi e degustazioni

29 aprile 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SEDILO. Si terrà il 4 giugno prossimo, la prima fiera provinciale dei formaggi. La rassegna, che proporrà vendita, degustazione e laboratori dimostrativi, con un’appendice musicale che vedrà protagonisti gli alunni delle scuole e gli Istentales, concluderà un progetto piuttosto articolato che la Coldiretti provinciale ha avviato ormai da qualche mese con le scuole, la Asl 5, alcuni caseifici locali, in collaborazione con il mercato Campagna Amica, aziende imprenditoriali, la Federazione italiana cuochi e Slow food di Oristano.

È un progetto a più voci, chiamato appunto For Maggio, perché proprio in queste settimane, sta raggiungendo il suo culmine. L’obbiettivo è quello di far conoscere meglio ai consumatori i prodotti locali, nel caso dei formaggi, quelli identitari, come ad esempio il “Fresa”, prodotto con il latte delle vacche di razza bruno sarda dell’Alto Oristanese.

Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa il progetto, il primo in Sardegna e forse in Italia, è stato illustrato dal direttore provinciale di Coldiretti, Giuseppe Casu, dal responsabile del Mercato Campagna Amica, Serafino Mura, dall’esperto di eno-gastronomia Giampiero Pinna, dallo chef Gianni Salis, presidente provinciale della Federazione italiana cuochi, da Pierpaolo Arca di Slow food e dal professor Mario di Rubbo, insegnante di scuola media.

Sono nove le scuole, quelle di Nughedu Santa Vittoria, Oristano, Santu Lussurgiu, Sedilo e Ardauli, da quella per l’Infanzia alle superiori, in quest’ultimo caso l’istituto per l’agricoltura di Nuraxinieddu, dove alunni e studenti hanno potuto seguire laboratori di educazione alimentare e piccoli laboratori dimostrativi di caseificazione.

L’obbiettivo, hanno spiegato ieri gli organizzatori, è quello di avviare un percorso e costruire un gruppo di lavoro sulla biodiversità delle produzioni, ma soprattutto, far conoscere i prodotti ai consumatori, partendo proprio dall’infanzia. In futuro, si punta anche a istituire corsi di formazione professionali per tecnici casari che, paradossalmente, in Sardegna ancora non esistono.

Tante sono le esperienze e i risultati fino a ora ottenuti. «All’inizio del progetto, solo il settanta per cento degli alunni di una prima media di Sedilo mangiava il formaggio pecorino, malgrado in tutte le loro case venisse prodotto. Il motivo era presto detto: non lo mangiavano, perché non lo conoscevano. Dopo un mese la percentuale dei ragazzi che rifiuta il pecorino è scesa al ventisei per cento». Un passo avanti, ma c’è ancora tanta strada da fare.

In Primo Piano
Il funerale

«Il nostro Stefano torna a casa»: all’ippodromo di Sassari la camera ardente per il giovane fantino

Le nostre iniziative