La Nuova Sardegna

Oristano

Sindaco-lavoratori, a Narbolia va avanti il braccio di ferro

di Piero Marongiu
Sindaco-lavoratori, a Narbolia va avanti il braccio di ferro

Nulla di fatto al termine dell’incontro coi sindacati La mediazione non parte e si avvicina il rischio di una causa

04 maggio 2016
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NARBOLIA. Alle dichiarazioni d’intenti che sembravano orientate a una soluzione positiva della vertenza che contrappone tutti gli undici lavoratori del Comune al sindaco Maria Giovanna Pisanu e alla sua giunta, non sono seguiti i fatti. L’atteso incontro tra le parti, concordato qualche settimana fa con il nuovo segretario comunale Luigi Mele, è andato in scena ieri pomeriggio, ma non ha avuto l’esito sperato. Erano presenti lo stesso segretario comunale e i rappresentanti sindacali per gli enti locali di Cisl e Uil, ma di fatto è servito soltanto a prendere atto che la situazione negli ultimi giorni non solo non sarebbe migliorata, ma i problemi si sarebbero acuiti.

Il clima che si respira negli uffici comunali, quindi, continua a rimanere molto teso e l’incomunicabilità si sarebbe addirittura accentuata. Ad accrescere l’attrito tra il sindaco «Più cattivo d’Italia», com’è stato definito dai media nazionali, e i dipendenti del Comune, che hanno chiesto tutti la mobilità volontaria, secondo i lavoratori si sarebbero aggiunti ulteriori fatti che non concorrerebbero certo a eliminare le divergenze. I dipendenti avrebbero così partecipato all’incontro solo per onorare l’impegno assunto con i sindacati, ma da questo non si aspettavano alcuno sbocco positivo. Si sono quindi limitati a leggere un documento e poi hanno abbandonato la riunione.

Di dialogo quindi nemmeno a parlarne. Direttive e richieste continuerebbero a pervenire loro solo attraverso comunicazioni scritte, inviate via mail. «Non si può parlare con chi non è disposto ad ascoltare», si limitano a dire. Le uniche parole pronunciate durante l’incontro sono state quelle scritte in una lettera letta da uno di loro. Il contenuto, incentrato sulla mancanza di serenità in cui si sentono costretti a lavorare, parla di mancanza del rispetto dei ruoli di ognuno e della loro determinazione a continuare a svolgere l’attività con la massima professionalità, nonostante l’armonia continui a rimanere assente dagli uffici del Comune e il muro dell’incomprensione si sia ulteriormente sollevato.

I dipendenti pretendono il rispetto delle loro funzioni. In tal senso si attendono una chiara presa di posizione da parte degli amministratori a tutela della loro immagine e della loro reputazione. Nella lettera viene rimarcata anche la ferma volontà a non accettare più passivamente alcun comportamento denigratorio verso le loro persone. Se le cose non dovessero cambiare e soprattutto se non venissero messi nella condizione di lavorare serenamente, sarà il loro legale, l’avvocato Gianni Benevole specialista in diritto del lavoro e diritto bancario, a parlare nelle sedi previste che non sarebbero più i corridoi del municipio.

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