La Nuova Sardegna

Oristano

L’assessore Uda: «Caso derivati, sconfitto il cancro»

di Simonetta Selloni
L’assessore Uda: «Caso derivati, sconfitto il cancro»

La causa vinta dal Comune contro la Bnl per i prodotti swap La titolare del Bilancio sulla sentenza del Tribunale di Roma

03 settembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Per spiegare quanto sia importante per il Comune di Oristano la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha annullato i due contratti di finanza derivata stipulati nel 2005 e nel 206 con la Bnl, l’assessore al Bilancio Giuseppina Uda utilizza un’immagine evocativa. «Abbiamo sconfitto il cancro». Tale infatti era la pericolosità di questi contratti, da esporre l’ente all’ipotesi più nefasta: il dissesto finanziario. La battaglia vinta dall’amministrazione nella causa contro la Bnl è quindi salutata come una vittoria, un ritorno alla vita a fronte della possibilità di una inarrestabile emorragia, che aveva già sottratto alle casse dell’ente interessi passivi per oltre 230mila euro. Un ritorno alla vita, sia chiaro, soprattutto per i cittadini oristanesi: queste risorse sono state sottratte a loro.

Il peana. Il peana dell’assessore Uda viene in un momento in cui la Giunta Tendas è sotto tiro: perché non ha più una maggioranza numerica e attende di sapere dalla Regione come muoversi. Eppure. «Eppure la guarigione l’ha garantita questa amministrazione scalcagnata», ha detto ieri Giuseppina Uras. Accanto a lei, il sindaco Guido Tendas e tutta la giunta al completo. Occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Anche perchè ciò in cui era incorso il Comune di Oristano era una conseguenza della stipula di contratti, quelli di finanza derivata cosiddetti swap, del tutto inidonei a proteggere l’amministrazione e a salvaguardarne gli interessi.

La sentenza. Il Tribunale di Roma ha accolto i profili di nullità indicati dall’avvocato Sisto Manzi, del Foro di Latina, un esperto riconosciuto in materia. L’avvocato che si è occupato dei bond argentini e della tutela degli azionisti del crac Parmalat. «La ragione per la quale questo contratto è nullo è perchè è stato stipulato senza una ragione: fa capire quanto sia stato imprudente impegnare l’ente con fondi così consistenti, 29 milioni di euro, che anzichè far recuperare risorse preziose, stavano condannando a morte il Comune, in balia di speculazioni finanziarie che l’ente non avrebbe mai potuto controllare», ha sottolineato Uda.

La genesi. Se i contratti erano stati stipulati durante la giunta del sindaco Barberio, già nel 2007 (giunta Nonnis), ci si accorge che l’affare non è poi così buono. Vengono commissionati studi. Ma bisogna arrivare alla giunta Tendas, per capire la pericolosità di uno strumento finanziario pernicioso, una roulette russa dove il tamburo con la pallottola si trovava in mano al Comune.

I fondi accantonati. Quando la giunta Tendas si insedia, i fondi accantonato sono solo 940mila euro. Con la patata bollente dei derivati, l’esecutivo si trova a doverne accantonare complessivamente 2 milioni e mezzo. Un Comune ingessato: «Abbiamo subìto le intemperanze di chi pretendeva la riduzione di tassazione e l’aumento degli interventi, sapendo che gli accantonamenti di bilancio non potevano essere toccati». C’era la spada di Damocle degli interessi da pagare per i contratti derivati.

La questione ambientale. «Abbiamo dovuto prendere una decisione impopolare. La banca opera nel territorio. Non è stato semplice, e il percorso tutt’altro che indolore.

La Procura generale. La Procura generale presso la Corte dei conti vuole vederci chiaro. Soprattutto perchè i contratti di finanza derivata non figurano nel bilancio di previsione 2007. «Si deve alla dottoressa Chergia (dirigente comunale) l’avvio degli accantonamenti dopo il 2007. Prima non era stato fatto», sottolinea ancora Uda.

Le tre opzioni. Quando la gravità della situazione in cui si era cacciato il Comune di Oristano è emersa in tutta la sua gravità, le opzioni per la sua salvaguardia erano tre: «L’azione penale, quella civile e quella amministrativa. Fosse stato per me, sarei partita con quella penale», ha detto Giuseppina Uda. Ma era una decisione d’impeto, sanguigna. «Valutando cinicamente, l’azione penale avrebbe avuto un maggior risultato politico, ma una minore efficacia sotto il profilo della stabilità dell’ente. E allora bisognava ragionare». Il ragionamento ha dato i suoi frutti. «Abbiamo protetto il Comune dal dissesto finanziario. Abbiamo sconfitto il cancro». È il peana dell’assessore Uda. Sorridente, per una volta, nei giorni tirati della crisi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
I soccorsi

Olbia, si schianta con il suv contro tre auto parcheggiate

Le nostre iniziative