La Nuova Sardegna

Oristano

Massama, la protesta dei detenuti

Massama, la protesta dei detenuti

Denunciano un clima di tensione e il sovraffollamento della struttura

30 ottobre 2016
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ORISTANO. Denunciano un clima di tensione e sono pronti a inasprire la protesta 45 reclusi nel carcere di Oristano Massama che hanno scritto una lettera aperta al ministero della Giustizia, al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e al Garante dei detenuti per segnalare, tra l’altro, una condizione di sovraffollamento e chiedere migliori condizioni di vita.

«Nella casa di reclusione convivono attualmente 284 detenuti, quasi tutti in regime di alta sicurezza, per 260 posti», evidenza Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Sdr-Socialismo Diritti Riforme, cui i firmatari della lettera si sono rivolti.

«Si tratta prevalentemente di ergastolani che, nel rispetto della legge sull’ordinamento penitenziario, dovrebbero poter disporre di una cella singola e di un lavoro. Una condizione difficilmente attuabile in considerazione del numero dei ristretti e delle oggettive opportunità lavorative, senza dimenticare che sono persone provenienti da altre regioni italiane. Ciò che crea maggior disagio, secondo i detenuti, è la difficoltà di avere un dialogo costante col direttore».

«Una condizione - scrive ancora Caligaris - non facilmente modificabile, dal momento che il direttore di Massama svolge analogo incarico nella casa di reclusione all’aperto di Is Arenas, oltre ad assolvere il ruolo di viceprovveditore».

«I detenuti nella lettera, oltre a denunciare un clima di tensione, annunciano un ulteriore inasprimento delle proteste qualora non siano assunte iniziative tese a migliorare le loro condizioni di vita quotidiana».

Sarebbe necessario istituire un clima di maggiore collaborazione: «L’auspicio è che si apra un dialogo più intenso tra la direzione, che tuttavia ha risposto ai ristretti evidenziando le numerose iniziative migliorative assunte rispetto al passato. Far prevalere il buon senso e ristabilire un clima collaborativo - conclude Caligaris - sono gli strumenti più utile per evitare ulteriori tensioni».

Nel documento si ricorda anche la situazione complessiva degli istituti di pena sardi: «La realtà isolana - sottolinea la presidente di Socialismo, diritti, riforme - è sempre più complessa in seguito alla concentrazione nell'isola di detenuti in alta sicurezza circa 700 su 1.766 reclusi definitivi, senza considerare quelli in regime di 41bis a Sassari-Bancali. Mancano però del tutto i vice direttori e i responsabili degli Istituto non sono sufficienti in quanto sono 7 per 10 strutture penitenziarie ma due sono in missione e in part time».

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