La Nuova Sardegna

Oristano

«L’appalto assegnato senza i documenti»

di Michela Cuccu
«L’appalto assegnato senza i documenti»

Ricostruita in aula la procedura che affidò la gestione del servizio rifiuti. Sotto accusa il segretario generale del Comune

13 gennaio 2017
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ORISTANO. Mancavano troppi documenti perché tutto fosse in regola. L’accusa resta ferma sulla propria tesi, ma rimane da stabilire se l’accelerata che subì la procedura per l’assegnazione dell’appalto tutt’ora in vigore per la raccolta differenziata dei rifiuti sia stata dettata da meri vantaggi personali oppure se la scorciatoia fu presa per evitare al Comune dei danni economici. Sono due visioni di molto differenti e la prima è quella dell’accusa che ha portato sino al processo per abuso d’ufficio e falso il segretario generale del Comune, Luigi Mele.

Secondo il pubblico ministero Armando Mammone, subentrato ad inchiesta conclusa al collega Paolo De Falco, la firma sulla pratica di assegnazione fu anticipata perché ciò avrebbe consentito proprio a Luigi Mele di intascare 19mila euro di diritto di rogito che sarebbero sfuggiti nel caso in cui l’affidamento sarebbe stato fatto oltre i termini previsti dalla scadenza.

Luigi Mele ha sempre replicato di aver fatto le corse per evitare che il Comune si ritrovasse con una spesa non certo lieve che poi sarebbe stata a carico ovviamente dei suoi cittadini. Si rischiava infatti un nuovo rinvio nell’assegnazione e questo avrebbe portato a una proroga ulteriore, con aggravio di costi per l’amministrazione.

Il processo non si presenta molto difficoltoso e per la maggior parte è fatto di prove documentali. Ieri però alcuni testimoni dell’accusa hanno risposto alle domande del pubblico ministero, dell’avvocato difensore Stefano Gabbrielli e dei giudici Carla Altieri, Francesco Mameli ed Elisa Marras. Certamente com’è stato confermato dalla funzionaria dell’ispettorato del lavoro Ivana Mattu, mancava una serie di documenti come il documento unico di regolarità contributiva dell’impresa aggiudicatrice e la certificazione antimafia. Erano poi scaduti i documenti del casellario giudiziario e la Ecologica Marmilla non aveva ancora stipulato la polizza assicurativa quale garanzia per il Comune in caso di inadempienza.

Proprio su queste carenze, peraltro sanate immediatamente dopo la stipula del contratto d’appalto, fa perno l’accusa che ha anche ripercorso attraverso le testimonianze di due dipendenti comunali e del responsabile della ditta, quale fosse la procedura che si segue regolarmente quando ci si trova di fronte alle gare d’appalto e alla loro conclusione che, al contrario, non sarebbero state rispettate nel 2015.

Si tornerà in aula il 25 maggio e il 1 giugno per concludere le audizioni dei testimoni. In una successiva udienza, arriverà la sentenza. (e.c.)

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