La Nuova Sardegna

Oristano

ghilarza

Comunità alloggio, l’attacco di Legacoop

Comunità alloggio, l’attacco di Legacoop

GHILARZA. Un corto circuito annunciato. È la sintesi che fa Legacoop di Oristano della vicenda della Comunità alloggio Angelino Licheri, gestita in via provvisoria dalla ditta che il 3 febbraio ha...

17 febbraio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





GHILARZA. Un corto circuito annunciato. È la sintesi che fa Legacoop di Oristano della vicenda della Comunità alloggio Angelino Licheri, gestita in via provvisoria dalla ditta che il 3 febbraio ha rinunciato all’appalto lasciando gli ex dipendenti a casa. «Siamo amareggiati e preoccupati per la delicata situazione degli anziani ospitati in struttura e dei lavoratori. Amareggiati ma, duole ribadirlo, certo non sorpresi», ha commentato il presidente Gabriele Chessa all’indomani dell'incontro che ha riunito le cooperative demandate alla gestione della quasi totalità delle strutture socio-assistenziali della provincia.

Chessa ha usato toni molto critici verso alcune scelte operate dal Comune, definendole «insensate e miopi» e sottolineando come già in precedenza fossero state espresse forti riserve riguardo ai riflessi che queste avrebbero avuto sull'affidamento del servizio e sulla fase successiva. «Certi che in queste situazioni sia opportuno confrontarsi per individuare appropriate soluzioni che soddisfino le esigenze di tutti - stazione appaltante, imprese e lavoratori - nei mesi scorsi abbiamo più volte segnalato l’improcrastinabile necessità di approfondire e ridiscutere alcune scelte che l’amministrazione di Ghilarza stava accingendosi a compiere. Questo confronto non è avvenuto ma anzi si è arrivati a pubblicare una procedura che affidava la gestione di un servizio così delicato, e quindi mettendo nel conto anche un possibile cambio di gestione, addirittura per soli tre mesi», ha rilevato Gabriele Chessa invocando a gran voce condizioni più sostenibili e rinnovando l’invito ad aprire un tavolo di confronto tra tutti i soggetti interessati.

«Da più parti ci hanno chiesto di adoperarci per contribuire a risolvere la situazione e per senso di responsabilità verso le nostre comunità, i nostri anziani e i lavoratori che vi hanno sempre prestato servizio, questa disponibilità non verrà mai meno, a patto che ci si confronti per rivedere le condizioni. Che non possono essere queste, perché le prime a correre il pericolo di andare fuori strada sono proprio le imprese che gestiscono il servizio, rischiando di dover “risparmiare” sul lavoro e sulla qualità della prestazione».

Maria Antonietta Cossu

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative