Esposti all’amianto, le rivendicazioni sui diritti e tutele
GHILARZA. Chi ha delle responsabilità paghi. Il senso della battaglia di Aica a favore degli ex operai Enichem di Ottana e delle generazioni future è racchiuso nelle parole che i promotori della...
GHILARZA. Chi ha delle responsabilità paghi. Il senso della battaglia di Aica a favore degli ex operai Enichem di Ottana e delle generazioni future è racchiuso nelle parole che i promotori della mobilitazione hanno pronunciato ieri dall'auditorium comunale di Ghilarza. L'Associazione italiana contro l'amianto insiste perché le istituzioni rendano giustizia ai lavoratori attraverso il riconoscimento di un'indennità di pensione e delle tutele previdenziali, alle famiglie delle vittime con un indennizzo e alle comunità del territorio con il risanamento delle aree inquinate a carico di chi ne ha causato l'avvelenamento. «Siamo stanchi di ripetere cose risapute: è sufficiente esporsi per un anno all'amianto per contrarre l'asbestosi o altre malattie», ha detto il presidente della sezione Aica di Carbonia-Iglesias, Pietrino Pischedda. «Chi è responsabile deve risarcire e pagare penalmente per i danni causati». Per gli ex operai di Ottana Aica rivendica diritti altrove già riconosciuti, a cominciare dalla sorveglianza sanitaria attraverso un protocollo unico. «L'assessore Arru convochi e associazioni, le parti sociali e i medici per unificare il percorso di questa vertenza», ha auspicato Renzo Puggioni, vice presidente nazionale Aica. (mac)