La Nuova Sardegna

Oristano

L’ATTENDISMO STUCCHEVOLE DELLA POLITICA

di ENRICO CARTA

ENRICO CARTA. Mancano poco più di due mesi al voto per l’elezione del sindaco. E lo scenario politico è quanto mai imbarazzante. Chi si aspettava che, nel bel mezzo di una crisi economica e sociale...

05 marzo 2017
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ENRICO CARTA. Mancano poco più di due mesi al voto per l’elezione del sindaco. E lo scenario politico è quanto mai imbarazzante. Chi si aspettava che, nel bel mezzo di una crisi economica e sociale che dura da anni, ci sarebbe stato un cambio di passo delle forze (più o meno tradizionali) che si presenteranno per conquistare il municipio, deve fare i conti con una situazione che nemmeno le anime più innocenti avrebbero creduto di trovarsi davanti. Se fossimo al gioco in cui si devono individuare le differenze, il cercatore rischierebbe di vederne assai poche rispetto al passato. Sembra che l’orologio del tempo politico oristanese si sia fermato a quando la crisi non c’era e si poteva giocare alle simulazioni del Risiko parlamentare cui si assisteva nella prima Repubblica. Naturalmente riproposte in scala ridotta a palazzo degli Scolopi.

Peccato sia passato qualche anno e ci si sarebbe aspettati da partiti e movimenti un diverso atteggiamento. Manco fossimo in una pasticceria in cui lo chêf custodisce gelosamente i suoi segreti, si assiste da settimane a una circospezione tale da lasciare interdetti. Il primo strumento da utilizzare per qualsiasi cosa si faccia o si dica è il bilancino di precisione. Questa fase politica è fatta di mosse quasi carbonare; di riunioni di partito in cui vince soltanto la tattica. Tutti raccontano di avere un progetto che va ben oltre le ambizioni personali e che ragionamenti del genere non appartengono al proprio schieramento. Per la serie, i malandrini stanno dall’altra parte, salvo poi vedere gli stessi che l’indomani si siedono al tavolo per trattare. Naturalmente portando con sè il bilancino di precisione che misura immaginari punti percentuali in più o in meno. Tutti dicono di essere il nuovo che avanza, ma per il momento dal Pd-centrosinistra che attende il passo indietro di Tendas, al centro ribattezzatosi come civico, a quel che resta del frammentato centrodestra, al litigioso Movimento 5 Stelle, tutti si guardano in cagnesco tra “amici” anche quando non lo dicono apertamente.

Non resta che sperare in conclusioni migliori rispetto a tali premesse, mentre si aspetta di capire quando la città verrà da tutti i contendenti degnata sì da conoscere i nomi dei candidati sindaco e soprattutto da sapere cosa di essa si vuol fare. Verrebbe a questo punto semplice dire che si tratta della solita tirata figlia dell’antipolitica, ma viene il dubbio che sia davvero politica quella che si sta svolgendo in questi ultimi mesi nei vari schieramenti. Il fatto che giusto i “solitari” Filippo Martinez e Cristina Puddu siano venuti allo scoperto, la dice lunga sulle difficoltà e le paure degli altri. Ma anche sull’invidia, la diffidenza e la presunzione di essere migliori di altri che sinora ha portato a un nulla di fatto generale.

Tutti parlano con tutti e di tutto. Tutti continuano a ripetere fastidiosamente la litania di non avere intenzione di imporre il proprio candidato sindaco e di pensare soprattutto al programma che verrà svelato al momento opportuno che non arriva mai, nonostante siamo a marzo e la Sartiglia, indicata da molti come momento spartiacque, sia passata.

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