La Nuova Sardegna

Oristano

Karrasegare ’Osincu, una petizione chiede più regole

di Alessandro Farina
Karrasegare ’Osincu, una petizione chiede più regole

Bosa, una trentina di cittadini si è rivolta al Comune Tra i punti critici evidenziati, la musica a volume troppo alto

18 marzo 2017
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BOSA. Regolamentazione di sfilate e sosta dei carri, monitoraggio del volume della musica, dotazione negli spazi di richiamo per le maschere che partecipano al Karrasegare 'Osincu di ausili per la raccolta dei rifiuti. Questi alcuni dei temi caldi, considerato che la kermesse si è chiusa solo qualche giorno fa, sollevati in una petizione indirizzata al sindaco Luigi Mastino ed all'assessore al Turismo Alfonso Campus. Firmata da una trentina di sottoscrittori, che richiamano ad alcune criticità evidentemente patite nella zone tra piazza Fontana, il Corso, via Santa Croce e piazza Modoleddu, le aree richiamate. «Il Carnevale è patrimonio prezioso della cultura bosana. Ma come tale andrebbe preservato e tutelato nelle sue forme tradizionali», la premessa, rispetto però ad una edizione che secondo i firmatari sembra aver tradito la «Natura del Carnevale stesso, trascendendo in comportamenti ed atti che hanno creato gravi disagi». Premessa ad alcuni aspetti concreti poi richiamati nel documento consegnato al protocollo del Comune. A partire dalle sfilate, dove «Si è scarsamente tenuto conto delle necessità dei bambini, che sono stati sottoposti a tempi stressanti ed a sollecitazioni acustiche insostenibili, nonché ai gas di scarico dei motori anche durante le soste», altro nodo riguardante anche gli abitanti. Dopo le sfilate e nei giorni del Carnevale poi «I carri sono stati posteggiati in vari punti del Corso per un tempo indefinito, con un volume della musica talmente alto da non permettere di poter dialogare in casa propria» si sottolinea. Per quanto riguarda la musica e quelle che vengono definite discoteche improvvisate, «In piazza Fontana sono stati utilizzati più impianti, che mandavano in contemporanea musiche diverse a volume non sostenibile, in uno spazio già occupato nella quasi totalità da esercizi in cui si sono riversate torme di giovani senza freni inibitori». Con risultato «Il deturpamento della fontana e dei muri dei palazzi circostanti, la distruzione di piante e arredi urbani, l'utilizzo di vasi come cubi per ballarci sopra, nonché l'utilizzo selvaggio di via Santa Croce come bagno pubblico», registrano i sottoscrittori, che aggiungono anche la «Totale assenza di contenitori nella piazza, che l'ha resa una discarica a cielo aperto».

Per il prossimo anno si chiede un deciso cambio di rotta. A cominciare dalla «Delocalizzazione delle attività di ballo e musica, in piazze più adeguate quindi di impedire ai carri la sosta ad oltranza nel Corso, e che il volume della musica sia monitorato» e infine che si operi un maggior controllo affinchè la magnifica tradizione culturale di Su Carrasegare non si perda totalmente e diventi un'ostentazione di mancanza di rispetto verso coloro che vivono e lavorano in centro».

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